L'importanza militare dell'aviazione

Il 6 marzo 1935, il generale Pietro Badoglio – Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano – scrisse a Mussolini raccomandandogli di assegnare il massimo ruolo possibile aviazione, nei piani di guerra contro l’Etiopia. Badoglio si rese conto che l’assoluto controllo del cielo metteva gli italiani in condizioni di assoluta superiorità strategica. Si noti comunque, sullo sfondo, la preoccupazione generale: la consapevolezza che una sconfitta simile a quella di Adua (1896) avrebbe distrutto il prestigio sia delle Forze armate che del regime fascista.

Noi abbiamo ora un’arma che non avevamo nel 1896, ossia l’aviazione... Per più di 200 km a sud del nostro confine noi potremo rendere quasi impossibile la vita a masse [abissine] che nel complesso ammonteranno a più di trecento mila uomini. E’ questo che rappresenta l’assoluta superiorità nostra: l’offendere senza poter essere offesi... L’avanzata su Adua deve essere preceduta da una violenta azione di tutta la nostra aviazione da bombardamento su tutti i principali centri abissini, a partire dal confine sino ad Addis Abeba inclusa. Tutto deve essere distrutto con bombe esplodenti ed incendiarie. Deve essere seminato il terrore in tutto l’impero... Ripeto: è con l’aviazione che dovremo stroncare la resistenza abissina.

(G.Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi, 2005, p. 44)

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