La chiesa e gli ebrei, di Roberto Farinacci

Roberto Farinacci (1892-1945) fu un esponente di primo piano dello squadrismo (a Cremona, all’inizio degli anni Venti) e segretario del PNF dal 1924 al 1926. Nel 1938, fu il gerarca fascista che accolse con maggior entusiasmo le leggi razziali e l’alleanza con la Germania nazista. Il 7 novembre 1938, Farinacci tenne a Milano una celebre conferenza, per ribattere le posizioni della Chiesa cattolica, che aveva protestato contro l’impostazione razzista delle leggi antisemite. Farinacci accusò la Chiesa di parteggiare per gli ebrei e di rinnegare, con le sue proteste, una pluri-secolare tradizione di ostilità antiebraica.

La conquista dell’Impero ci ha imposto di affrontare subito il problema dell’integrità della nostra razza. E giacché la questione doveva essere affrontata, la soluzione non poteva essere che totalitaria. Ed abbiamo accettato in pieno la tesi degli ebrei, che noi siamo diversi da loro e che, <<come l’olio non si mescola con l’acqua, così Israele non si mescola con gli altri popoli>>.

E allora, perché oggi gli ebrei si lamentano ed i giudei onorari si conturbano? Non ci occuperemmo più di loro se non ci avesse sorpreso l’atteggiamento della Chiesa ufficiale che è in antitesi stridente con tutta la storia del cattolicesimo.

Noi cattolici fascisti consideriamo il problema ebraico un problema strettamente politico e non religioso, e in materia politica ognuno ha e difende le sue idee. Ma diciamo a conforto dell’anima nostra che se, come cattolici, siamo divenuti antisemiti, lo dobbiamo agli insegnamenti che ci provengono dalla Chiesa attraverso venti secoli. [...]

Ci siamo valsi ed ancora oggi ci vogliamo valere, con sincere parole di lode, della Civiltà Cattolica che, di tutti i periodici cattolici, è senza alcun dubbio la più autorevole, la più ascoltata dalla Santa Sede. Il più tremendo atto di accusa, se non il più umano e sereno contro gli ebrei negli ultimi cinquant’anni, è proprio quello che i Padri Gesuiti pubblicarono nel 1890 sulla Civiltà , dove i diritti dell’uomo proclamati dalla rivoluzione francese, sono proclamati diritti dell’ebreo, e i rimedi contro la <<prava razza>>, contro questo nemico del genere umano, i più radicali quali la confisca dei beni e la espulsione, non sembrano sufficienti. In realtà i reverendi Padri Gesuiti esigono l’annullamento di tutte le norme che assicurano ai giudei l’eguaglianza politica e civile.

Furono sempre i Padri Gesuiti che riconobbero nella massoneria uno strumento giudaico di lotta e persecuzione odiosa contro il cristianesimo. Furono i Padri Gesuiti – ai quali, assai più che ai seguaci di S. Domenico spetterebbe il nomignolo di cani di Dio – che si scagliarono come cani generosi e ostinati contro i giudei, contro questo nuovo e più potente nemico del cristianesimo, e l’addentarono, e non lasciarono più la preda.

Anche pochi mesi or sono, essi indicarono ai cattolici il giudaismo come la <<nazione equivoca>> e insieme come la <<religione equivoca>>, e dichiararono profondamente corrotta la religione giudaica, confermando che il giudaismo mira al dominio del mondo; pochi mesi or sono, cioè dopo che il fascismo ed il nazismo avevano dovuto sperimentare a loro danno queste stesse verità e venivano denunciando il pericolo di questa Internazionale ebraica, la cui megalomania razzista non si vede come possa raggiungere l’intento senza la distruzione e la corruzione di tutti i più forti popoli della terra. [...]

Ora sono terribilmente chiari, le parole, gli intenti della Internazionale ebraica, ora è evidentissimo l’odio di questa razza contro gli Stati fascisti e il proposito non più dissimulato di corrompere dissolvere e fiaccare le energie nazionali, la missione storica, la eroica volontà di due fra i più grandi popoli della terra: l’italiano e il tedesco. Che cosa è avvenuto, ché la Chiesa ufficiale si sente oggi non più antisemita, ma filosemita? [...]

Perché oggi i comunisti, i massoni, i democratici, i nemici dichiarati della Chiesa, le offrono oggi i loro servizi e le dispensano lodi? Per servirsene contro il fascismo. Ma il fascismo è amico della Chiesa, perché cattolico e romano. E non a parole: noi l’amicizia l’abbiamo dimostrata con i fatti. Il fascismo ha dato alla Chiesa quello che nessun altro governo liberale o conservatore o democratico aveva mai concesso.

Questi nostri interrogativi creano a noi cattolici una profonda tragedia spirituale. Noi non possiamo nel giro di poche settimane rinunciare a quella coscienza antisemita che la Chiesa ci ha formato lungo i millenni. Ma supereremo questa nostra tragedia, coscienti della nostra missione politica. Noi ricordiamo che lo spirito cristiano è l’energia più alta che sostiene gli uomini e i popoli europei e li conduce al combattimento per il servizio di Dio. E non vorremmo che la Chiesa perdesse la sua integrale missione educatrice occupandosi di questioni politiche che spettano solo al fascismo. Sì, perché il fascismo obbedisce alla storia, e conserva e arricchisce ai posteri l’eredità di Roma.

(R. Farinacci La Chiesa e gli ebrei, Roma, Tipografia Tevere, XVII, pp.7.13.16. Il testo non riporta altra data, se con quella fascista, corrispondente al 1938-1939)

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