Il problema dei rifornimenti

Man mano che l’avanzata procedeva all’interno del territorio etiopico, il problema dei rifornimenti per le truppe italiane si fece serio. Poiché le strade mancavano o erano di pessima qualità, gran parte del materiale fu affidato ai muli. La mortalità fra gli animali fu altissima, non solo a causa della fatica e del clima, ma anche a seguito della diffusione di una micidiale forma di peste equina. Di fronte a quel flagello, molti osservatori temettero seriamente che l’avanzata si sarebbe completamente bloccata.

Ma soprattutto quello che preoccupava era la peste equina   la quale non tardò a rincrudire con la maggior violenza complicando di non lieve misura le difficoltà del lungo trasferimento. Lo sfinimento dei quadrupedi fece il resto: nel momento in cui i reparti poterono concedersi in certo qual modo respiro, il pauroso morbo la cui virulenza si propaga con incontenibile facilità e che dalla sera alla mattina è capace di atterrare centinaia di capi, intervenne a mettere a dura prova la loro pazienza e il loro non discusso spirito di sacrificio...

I quadrupedi si abbattono a ogni passo, due, tre cinque alla volta, sfiniti, zampano nel vuoto, s’irrigidiscono. Bisogna scaricarli, trascinarli, rotolarli lontano. Il problema dei rifornimenti non preoccupa soltanto: spaventa. L’avanzata s’impastoia in se stessa.

(N. Labanca, Una guerra per l’impero. Memorie della campagna d’Etiopia 1935-36, Bologna, Il Mulino, 2005, p. 161)

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