Il fascino di Hitler

Tra coloro che restarono colpiti dal comportamento di Hitler al processo del 1924, vi fu anche Joseph Goebbels, che dal 1933 al 1945 avrebbe ricoperto l’incarico di ministro della propaganda. Il testo che riportiamo, tratto da una lettera che Goebbels scrisse a Hitler subito dopo il verdetto (pronunciato il 1° aprile 1924), testimonia il fascino che Hitler esercitava, come leader carismatico, sui suoi seguaci. Dal 1933, avrebbe esercitato un’attrazione magnetica simile su milioni di tedeschi.

Come un astro che sorge, voi siete apparso ai nostri occhi meravigliati, avete compiuto miracoli per illuminare le nostre menti. In un mondo scettico e disperato, ci avete ridato la fede. Vi siete innalzato sulle masse, pieno di fede, certo del futuro, pervaso dalla volontà di liberare quelle masse col vostro amore illimitato per tutti coloro che credono nel nuovo Reich. Per la prima volta abbiamo visto, con gli occhi lucidi, un uomo che ha strappato la maschera dai volti distorti dall’avidità, dai volti mediocri dei parlamentari intriganti...

Ai nostri occhi, al tribunale di Monaco, voi siete assurto alla grandezza di una guida. E ciò  che voi avete detto è quanto di più grande sia mai stato pronunciato in Germania dai tempi di Bismarck. Avete espresso assai più del vostro tormento... Avete interpretato l’ansia di tutta una generazione che cerca confusamente uomini e compiti. Quanto avete detto, costituisce il catechismo di un nuovo credo politico, nato dalla disperazione di un mondo in rovina, senza Dio... Vi ringraziamo. La Germania vi ringrazierà, un giorno...

(W. L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Torino, Einaudi, 1962, p. 140. Traduzione di G. Glaesser)

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