Un comizio di Hitler, in un rapporto di polizia

Dopo la condanna del 1924, a Hitler venne vietato di parlare in pubblico. Questa proibizione venne revocata nella primavera del 1927. Pertanto, il 9 marzo 1927, il capo della NSDAP tenne il suo primo discorso, a Monaco, sotto la tenda del circo Krone. Un funzionario di polizia tenne d’occhio il raduno e stese un dettagliato rapporto. Questo testo (insieme alla revoca del divieto di tenere pubblici comizi) manifesta che Hitler e il suo movimento, a quell’epoca, non facevano paura. In effetti, l’imponente e inarrestabile boom elettorale della NSDAP è direttamente legata alla crisi economica esplosa nel 1929: l’aumento dei voti nazisti alle elezioni è direttamente proporzionale alla crescita del numero dei disoccupati in una Germania sempre più disperata.

Già dieci minuti prima delle 19, più di metà dei posti del circo risultano occupati. Dalla tribuna pende la bandiera rossa con croce uncinata su fondo bianco. La tribuna stessa è riservata all’oratore e alle personalità del partito. Anche le prime file di posti risultano riservate a particolari membri del partito, tant’è che alla loro distribuzione provvedono camice brune. Sul podio ha preso posto un’orchestra. Non c’erano altre decorazioni.

Le persone che hanno occupato le file di banchi appaiono eccitate e piene d’aspettativa. Si parla di Hitler, dei suoi antichi trionfi oratori al circo Krone. Le donne, numerose tra il pubblico, sembrano tuttora affascinate da lui, e molti si raccontano a vicenda gli splendori del tempo passato... L’atmosfera è calorosa, il pubblico avido di sensazione. L’orchestra intona marce militari fortemente ritmate, mentre continuano ad affluire sempre nuovi gruppi. Copie del Völkischer Beobachter [= L’osservatore del popolo, il quotidiano ufficiale della NSDAP – n.d.r.] passano di mano in mano, e il foglio è molto lodato. Alla cassa si può ritirare il programma del Nationalsozialistische Arbeiterpartei, all’ingresso si riceve un foglio con cui si invita a non cedere alle provocazioni e a mantenere l’ordine. Vengono vendute bandierine: <<Bandierina da sventolare, 10 pfennig l’una>>. Le une sono bianche rosse e nere, le altre completamente rosse, ma tutte comunque ornate della croce uncinata. Le donne sono quelle che le acquistano più volentieri.

Nel frattempo, il circo si va riempiendo. <<Tutto tornerà come prima>>, si sente dire... La maggior parte degli spettatori, che ormai occupano quasi tutti i posti, appartengono alle classi di reddito inferiore: operai, piccoli artigiani, piccoli commercianti. Numerosi sono i giovani in giaccotto e calzettoni. Ben pochi, praticamente nessuno, i rappresentanti dei gruppi operai estremisti. Gli spettatori sono ben vestiti, alcuni dei signori addirittura in frak. Si calcola che i presenti ammontino a settemila...

Sono già le otto e mezza quando, all’ingresso, si odono grida di Heil!, entrano marciando camicie brune, l’orchestra ricomincia a suonare, gli spettatori levano fragorose ovazioni, e compare Hitler vestito di un impermeabile bruno, il quale, accompagnato dai suoi fedeli, attraversa il circo dirigendosi alla tribuna. La gente appare in preda a gioia e a eccitazione e, sbracciandosi e gridando Heil!, sale in piedi sulle panche, tra un fragoroso scalpiccio. Quindi, come a teatro, un segnale di tromba. Silenzio improvviso.

Tra i tonanti applausi degli spettatori, ecco quindi entrare camicie brune a ranghi serrati, precedute da due file di tamburini, cui fa seguito la bandiera. I presenti levano la mano nel saluto fascista a braccio teso, le ovazioni sono assordanti. Sulla tribuna, anche Hitler ha proteso il braccio nello stesso saluto. La musica è rimbombante. Compaiono bandiere, sgargianti gagliardetti ornati da una croce uncinata inscritta in una corona sormontata da un’aquila, evidentemente imitati dalle insegne degli antichi romani. Sono circa duecento gli uomini che sfilano in parata, riempiendo la pista e schierandosi sull’attenti, mentre i portabandiera si dispongono sulla tribuna...

A passo rapido, Hitler si presenta al proscenio, e comincia a parlare improvvisando, dapprima lentamente, poi un po’ alla volta le parole si accavallano, e nei passi in cui il pathos raggiunge il culmine, la voce risulta strozzata, al punto che è difficile capire quello che dice. Gesticola ampiamente, balza eccitato di qua e di là, tentando di affascinare il pubblico che lo ascolta avidamente. Quando viene interrotto dagli applausi, impone il silenzio stendendo, con gesto teatrale, le mani. Il no che si ode risuonare a più riprese, è destinato a rafforzare l’effetto melodrammatico, e viene infatti pronunciato e ripetuto con particolare vigore. Per quanto riguarda l’esibizione oratoria come tale..., questa, a giudizio dello scrivente, non è stata di qualità eccezionale.

(J. Fest, Hitler, Milano, Rizzoli, 1991, pp. 305-306. Traduzione di F. Saba Sardi)

Azioni sul documento