Il trattato di Versailles

La Conferenza di pace
Germania, 1919. Dopo la disfatta, un carro armato tedesco viene distrutto.Per milioni di tedeschi, il nazismo non fu solo un movimento politico, ma una fede, una religione di salvezza nazionale. Hitler fu accolto (e votato) come un salvatore, che offriva nuove speranze e prometteva un futuro di prosperità ad un popolo disperato. La prima delle numerose esperienze traumatiche vissute da milioni di tedeschi negli anni seguenti la prima guerra mondiale fu la disfatta del 1918, codificata dal trattato di Versailles, imposto alla Germania dai vincitori.

Questi iniziarono a riunirsi, a Versailles, il 18 gennaio 1919; la data era stata voluta esplicitamente dai francesi: il 18 gennaio 1871, infatti, Guglielmo I era stato incoronato Kaiser del impero tedesco proprio a Versailles. Lo stesso giorno e lo stesso luogo che, una cinquantina d'anni prima, avevano visto il trionfo tedesco, ora avrebbero dovuto assistere all'umiliazione della Germania.

Crudele nella scelta di questa data simbolica, la Conferenza di Versailles fu impietosa verso lo sconfitto anche sotto un altro profilo: la Germania non fu ammessa alle sedute della Conferenza stessa e non poté quindi negoziare o discutere nulla di quanto i vincitori decisero di imporle.

La Germania fu privata di tutti i propri possedimenti coloniali.  In Europa, dovette invece cedere alla Francia l'Alsazia-Lorena, di cui si era impadronita nel 1871, mentre ad oriente un' ampia porzione di territorio prussiano passò al neonato stato polacco. La regione della Prussia Orientale fu separata dal resto del Reich mediante un corridoio, che permetteva alla Polonia di avere uno sbocco sul mare.

Il trattato di pace

Nel complesso, a seguito del nuovo assetto politico fissato a Versailles, la Germania perse il 13 % del suo territorio e il 10 % della sua popolazione prebellici. La Renania - cioè la regione tedesca che si estende in direzione est-ovest, dal Reno fino ai confini con la Francia - avrebbe dovuto subire per quindici anni l'occupazione alleata e poi, in seguito, restare permanentemente smilitarizzata, cioè priva di basi e di attrezzature militari.

Alla Germania fu vietato di possedere sottomarini, carri armati, aviazione da guerra e artiglieria pesante, mentre  la flotta fu drasticamente ridotta a poche decine di navi. All'esercito fu vietato di superare il numero dei 100 mila effettivi: in pratica, proprio come la flotta avrebbe potuto servire solo per la sorveglianza costiera, così l'esercito - privo oltre tutto di armi pesanti e moderne - era ridotto al rango di una forza capace solo di mantenere l'ordine in caso di rivoluzione.

L'articolo 231 del Trattato, letteralmente, recitava: <<La Germania riconosce la responsabilità propria e dei suoi alleati per tutte le perdite e i danni subiti dai governi alleati e dai loro cittadini in conseguenza dell'aggressione della Germania e dei suoi alleati>>.

Considerata la principale (per non dire unica) responsabile del conflitto, la Germania dovette dunque pagare tutti i danni che esso aveva provocato. L'entità dei risarcimenti da versare fu precisata infine, nel 1921, in 132 miliardi di marchi oro; si trattava, per l'epoca, di una cifra astronomica, elevatissima: basti pensare che alla Germania furono addossate tutte le spese che i paesi vincitori avrebbero dovuto sostenere, in futuro, per pagare le pensioni di guerra agli orfani, alle vedove e ai mutilati.

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