L'esaltazione del popolo tedesco

Nell'inverno 1807-1808, dopo che il regno di Prussia era stato sconfitto da Napoleone, il filosofo J.G. Fichte tenne a Berlino una serie di quattordici Discorsi alla nazione tedesca, che possono essere considerati l'atto di fondazione del moderno sentimento nazionale tedesco. In virtù del loro eccezionale patrimonio linguistico, solo i tedeschi, secondo Fichte, erano in grado di produrre grande letteratura e di far <<saltare enormi massi di pensiero, di cui le età future si serviranno per costruire le loro dimore>>. Procedendo sempre più in alto nella sua celebrazione, Fichte arrivò ad affermare, nel quattordicesimo e ultimo discorso, che la scomparsa del popolo tedesco sarebbe stata una perdita terribile per l'umanità, perché esso occupava un posto di preminenza, di guida del genere umano verso i più alti traguardi spirituali.

Se c'è un briciolo di verità in quanto abbiamo esposto in questi discorsi, siete voi, tra tutti i popoli moderni, che possedete più nettamente il germe della perfettibilità umana, ed a cui spetta la preminenza nello sviluppo dell'umanità . Se voi sparite nella vostra essenza, tutto il genere umano perderà la speranza di potersi un giorno salvare dalla profondità dei suoi mali. Non vi consolate cullandovi nella speranza illusoria... che, alla sparizione della civiltà esistente, ne subentrerà un'altra, uscita dalle rovine della prima... Non ci sono vie d'uscita: se voi cadete, l'umanità intera cade con voi, senza speranza di riscatto futuro. Ecco quello che, terminando i miei discorsi, doveva r volevo raccomandarvi. E, attraverso voi, la mia raccomandazione si volge all'insieme della nazione di cui voi siete qui i rappresentanti.

(J. J. Chevallier, Le grandi opere del pensiero politico  Da  Machiavelli ai nostri giorni , Bologna, Il Mulino, 1968, pp. 284-285. Traduzione di Donatella Barbagli.)

Azioni sul documento