Il rifiuto degli incroci razziali

Come già prima di lui il conte de Gobineau, Hitler era ossessionato dal tema della purezza razziale. Ogni relazione mista indeboliva la perfezione della stirpe superiore: il figlio di un’unione tra due soggetti di razza differente, infatti, avrebbe ereditato solo i caratteri del genitore inferiore, che avrebbero di fatto cancellato tutto il patrimonio positivo tipico del genitore ariano.

Già a un’osservazione superficiale appare come legge ferrea di tutte le manifestazioni della volontà di vita la forma determinata della procreazione e della moltiplicazione. Ogni bestia si accoppia soltanto con una femmina della stessa specie. La formica va alla formica, il fringuello al fringuello, la cicogna alla cicogna, il lupo al lupo.Solo circostanze straordinarie possono mutare questo fatto; in prima linea, la costrizione della prigionia, come anche una qualsiasi impossibilità di un accoppiamento nell’interno della stessa specie. Ma in questo caso la natura vi reagisce con tutti i mezzi, e la sua più visibile protesta consiste sia nel rifiutare ai bastardi un’ulteriore capacità creativa, sia nel limitare la fecondità dei prodotti; nella maggioranza dei casi essa toglie loro la forza di resistenza contro la malattia o gli attacchi nemici.

E anche questo è naturale.

Ogni incrocio di due esseri di grado diverso dà come prodotto un che di mezzo tra i livelli disparati dei due genitori. Ciò significa: la creatura starà più su dell’elemento inferiore della coppia, ma non sarà così elevata come il superiore. Perciò, nella lotta contro questa specie più alta essa dovrà soccombere. Simili accoppiamenti contraddicono alla volontà della natura, che tende a migliorare i prodotti vitali. La premessa di ciò  non sta nell’accoppiare una specie più alta a una più bassa, quanto nella vittoria della prima. Il più forte deve vincere, e non mischiarsi al più debole, sacrificando così la sua grandezza. Soltanto i deboli di natura trovano crudele questa legge, ma sono appunto creature molli e limitate; e se questa legge non dominasse il mondo, qualsiasi miglioramento della vita organica sarebbe inconcepibile. [...]

Se le cose non stessero così, cesserebbe ogni miglioramento della specie e subentrerebbe il contrario. Siccome i mediocri sorpassano per numero i migliori, a uguali condizioni di procreazione e di possibilità vitali, i peggiori aumenterebbero più rapidamente, finché il migliore verrebbe cacciato di scena. Bisogna dunque che intervenga una correzione a vantaggio del migliore. Ciò è fatto dalla natura, in quanto essa sottopone i più deboli a condizioni di vita così dure, che il loro numero è limitato e che quelli che restano non possono procedere liberamente alla procreazione, in quanto anche qui si realizza una selezione spietata, a seconda della forza e la salute dei singoli.

Nella misura che la natura non desidera l’accoppiamento di un più debole con uno più forte, essa si oppone a un frammischiamento di una razza più alta con una razza più bassa, ché altrimenti la sua fatica selezionatrice, che dura da millenni, ne verrebbe compromessa in un’ora sola.

L’esperienza storica ci offre a questo proposito una infinità di esempi. Essa ci mostra con spaventosa evidenza che ad ogni mescolanza di sangue degli ariani con popoli inferiori, ha corrisposto la fine dei portatori di cultura. L’America del Nord, la cui popolazione è composta per la maggior parte di elementi germanici, che si uniscono raramente a popoli di colore, mette in mostra una ben altra umanità e cultura dell’America Centrale e Meridionale, dove gli immigrati, latini per la maggior parte, si sono spesso accoppiati cogli indigeni. Da questo solo esempio risulta chiara ed evidente la conseguenza di una mescolanza di razze. Il Germano, razzialmente puro, del continente Americano, ne è diventato anche il signore, e lo rimarrà fin quando egli non diventerà la vittima del peccato contro il sangue.

Il risultato di ogni incrocio di razze è, in breve, il seguente:

  1. Abbassamento del livello della razza superiore;
  2. retrogradazione fisica e spirituale, e inizio di un contagio lento, ma infallibile;

Contribuire a un simile svolgimento significa pertanto peccare contro la volontà del Creatore. E questo modo di procedere viene difatti punito come peccato.

(A. Hitler, La mia vita, Milano, Bompiani,   1939, pp. 309-312. Traduzione di B. Revel)

Azioni sul documento