Approfondimenti

Il trasferimento in mare per Kolyma
Evgenia Semionovna Ginzburg fu arrestata nel 1937, quando aveva poco più di trent’anni, e trascorse più di 18 anni – come dice lei stessa – là, cioè in prigioni, punti di smistamento, campi di lavoro correzionale. Come migliaia di altri detenuti, fu deportata anche nella regione di Kolyma, per raggiungere la quale era necessario percorrere in nave (sul vecchio piroscafo Curma) l’ultimo pezzo di tragitto, da Vladivostok al porto di Magadan. La scena seguente va collocata nel 1940 circa (l’autrice non offre indicazioni cronologiche precise).
Il freddo estremo di Kolyma
Nei racconti di Varmam Salamov (arrestato nel 1937 e liberato nel 1951), il freddo micidiale della Siberia nord-orientale diventa metafora di un altro ben più terribile gelo, presente a Kolyma: quello della totale indifferenza per le sofferenze umane.
Il primo impatto col lavoro a Kolyma
Condannata a scontare cinque anni di lager, Margarete Buber-Neumann sta per partire col treno, diretta nel Kazachstan siberiano. Sul medesimo treno – siamo nel 1939 – incontra un gruppo di detenuti (tedeschi come lei) in partenza per l’ancor più remota regione di Kolyma.
La partenza di un condannato per la Siberia
Olga Adamova-Slozberg visse in lager dal 1936 al 1956. La scena seguente si svolge nella regione della Kolyma e mostra le difficoltà di chi per la prima volta si trovava a dover lavorare nel freddo clima della Siberia nord-orientale.
Zoom Immagine
Siberia, Kolyma, anni Quaranta. Gli impianti di una miniera d’oro.

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