Approfondimenti

La poesia posta in apertura di "Se questo è un uomo"
Il testo è modellato su uno dei più importanti passi della Bibbia ebraica (Deut. 6,4ss.) nel quale Mosè esorta Israele a tenere sempre a mente, in ogni momento del giorno, che Dio è l’unico Signore di Israele. L’esortazione è preceduta da un comando: Ascolta Israele! (Shema Israel). Levi sembra quasi proclamare che i deportati sopravvissuti ad Auschwitz hanno il compito e l’autorità di proclamare un nuovo comandamento, relativo al ricordo e alla conservazione della memoria di quanto è accaduto.
La partenza da Fossoli
Primo Levi era stato arrestato il 13 dicembre del 1943, dalla Milizia fascista, come partigiano; ma poiché aveva dichiarato di essere “cittadino italiano di razza ebraica”, fu inviato nel campo di smistamento vicino a Carpi, in cui arrivò alla fine di gennaio. La scena seguente è ambientata a Fossoli, il 21 febbraio 1944. L’accento è posto sull’umanità di coloro che, ormai condannati, stanno per partire. Ma su tutti, persino su coloro che pregano, si staglia il profilo delle donne, lucide fino all’ultimo e tutte prese dalla propria responsabilità di madri, che non permette loro di pensare a se stesse, ma solo ai bambini. Per quello che riguarda i tedeschi, invece, la semplice domanda: Quanti pezzi? è di una eloquenza formidabile. In questa espressione si specchia il nocciolo essenziale del nazionalsocialismo, il suo guardare a una parte dell’umanità come a feccia, a cose, a strumenti, a oggetti.
Riflessioni sul lager
Nel 1986, un anno prima del suo suicidio, Primo Levi ebbe numerosi incontri con Ferdinando Camon, che pubblicò il testo delle conversazioni nel 1987.
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Auschwitz-II-Birkenau 1944. La selezione di un convoglio di ebrei ungheresi. Dall’album Il trapianto degli ebrei di Ungheria, realizzato dai nazisti ad Auschwitz nell’estate 1944.

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