Approfondimenti

Il promemoria di Perlasca
Nel 1946, su richiesta di Jeno Lévai, il primo e principale studioso delle deportazioni dall’Ungheria, Giorgio Perlasca stese un Promemoria, in cui ricostruiva la propria attività di salvataggio, a Budapest, nel 1944. In un primo tempo, la sua azione fu sostenuta dall’ambasciatore spagnolo, che imitò Wallenberg e alloggiò numerosi ebrei in case poste sotto la protezione della Spagna. I problemi vennero quando il primo segretario Angel Sanz Briz lasciò l’Ungheria, in quanto il governo franchista non aveva riconosciuto il nuovo regime filonazista, instaurato dalle Croci frecciate (o Nyilas) il 16 ottobre 1944. Perlasca decise di restare a Budapest, spacciandosi per incaricato ufficiale dello Stato spagnolo. Grazie a questo rischioso stratagemma (se il suo inganno fosse stato scoperto, Perlasca sarebbe stato subito ucciso o deportato) poté continuare a proteggere gli ebrei delle case spagnole.
Il dialogo con Giorgio Perlasca
Nell’autunno 1989, Giorgio Perlasca – ormai anziano, ma ancora energico e perfettamente lucido – rilasciò un’intervista al giornalista Enrico Deaglio. Il titolo del libro in cui l’intervista fu pubblicata nel 1991 è specularmente opposto al celebre La banalità del male di Hanna Arendt. In effetti, come Eichmann era apparso, per certi versi, un criminale atipico (più simile ad uno zelante burocrate, che ad un sadico serial killer), così Perlasca usciva dai canoni dell’eroe classico della seconda guerra mondiale. Non aveva combattuto i nazisti con le armi, ma con l’astuzia e col coraggio, sorretto da un fortissimo impulso morale; inoltre, aveva alle spalle un passato di convinta militanza fascista, anche se infine – deluso da Mussolini – non aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Insomma, come nel caso del bulgaro Dimitar Peshev, gli eventi e gli schieramenti della seconda guerra mondiale appaiono oggi molto più complessi, di quanto non apparissero fino ad alcuni anni fa, quando erano letti sulla base di schemi ideologici (e politici) rigidi e convenzionali.
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Auschwitz-II-Birkenau 1944. L’arrivo degli ebrei ungheresi. Dall’album Il trapianto degli ebrei di Ungheria, realizzato dai nazisti ad Auschwitz nell’estate 1944.

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