Approfondimenti

Un prigioniero italiano al lavoro nell'impianto chimico
Dopo l’8 settembre 1943, Danilo Santolini scelse di non arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale. Nel dicembre 1943 fu scoperto, arrestato e infine inviato ad Auschwitz. Ma, dal momento che era un prigioniero ariano, ricevette un vitto accettabile, lavorò come chimico presso l’impianto della IG Farben e gli ingegneri tedeschi gli affidarono incarichi di responsabilità. Il mattino del 2 febbraio [1944] venne a prelevarmi in baracca un milite delle SS per condurmi alla fabbrica di carburo di calcio dove avrei dovuto iniziare il mio lavoro che veniva imposto a tutti gli internati, pena la segregazione nei campi di punizione. Prima di avviarsi mi raccomandò di prestare attenzione al percorso per ricordarmelo bene poiché, l’indomani, sarei stato tenuto a percorrerlo senza accompagnatore.
L'esame di chimica di Primo Levi
Nella primavera del 1944, Primo Levi, internato nel lager denominato Auschwitz III-Monowitz, fu esaminato per controllare se le sue competenze di chimico lo rendevano adatto a lavorare nella fabbrica della IG Farben. L’analisi comparata con le memorie di altri deportati non ebrei, che lavorarono nell’impianto per la fabbricazione della gomma sintetica (Buna), permette di comprendere la logica razzista del Terzo Reich.
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Auschwitz, 17-18 luglio 1942. Heinrich Himmler (il primo da sinistra) in visita agli stabilimenti della IG Farben.

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