La Ig Farben ad Auschwitz

Un'area da colonizzare
Auschwitz, 17-18 luglio 1942. Heinrich Himmler (il primo da sinistra) in visita agli stabilimenti della IG Farben.Secondo le intenzioni di Himmler, l’area circostante Auschwitz avrebbe dovuto essere completamente germanizzata. Pertanto, mentre la popolazione ebraica fu completamente cancellata (dapprima trasferita, poi eliminata fisicamente), ci si sforzò di potenziare in ogni modo l’immigrazione di tedeschi dal Reich, disponibili a trapiantarsi in modo definitivo in Alta Slesia.

Il 3 aprile 1941, giorno di inizio della settimana in cui si celebra la Pasqua ebraica, quasi tutti gli ebrei di Oswiecim furono deportati a Sosnowitz (più di 3000) e a Bendzin (circa 2000). Rimasero in paese circa 7600 persone, il 90% delle quali era costituito da polacchi, privi di qualsiasi diritto ed emarginati nei sobborghi. In Germania, venne lanciata una vasta campagna di incentivi, che offriva notevoli facilitazioni fiscali, sussidi per i figli e prestiti a tasso agevolato, a chi volesse trasferirsi nella regione di Auschwitz. Dal canto suo, la IG Farben intraprese la progettazione di un moderno centro residenziale per le maestranze, che avrebbe dovuto comprendere 1600 abitazioni popolari di 60-90 metri quadri, dotate di orto, garage, lavanderia, riscaldamento, acqua calda e fornelli a gas. Un architetto nazista di Breslavia, Hans Stosberg, fu incaricato intanto di stendere il piano regolatore del nuovo insediamento modello: sulla carta, previde costruzioni monumentali, grandi piazze per le adunanze di massa, 12 scuole, 6 asili e 20 impianti sportivi. Sul luogo del cimitero ebraico, sarebbe sorta la nuova Casa del Partito, dotata di un albergo, di un ristorante e di un cinema.

La IG Farben prevedeva che la sua fabbrica avrebbe dato lavoro a 15 000 tedeschi del Reich; sulla base di tale stima, Stosberg ipotizzò (nel suo piano ideale del gennaio 1943) che la nuova Auschwitz interamente germanizzata avrebbe avuto dai 60 agli 80 000 abitanti.
Un progetto incompiuto

In realtà, ad Auschwitz arrivarono, fino all’ottobre 1943, circa 6000 tedeschi, quasi tutti operai e tecnici dello stabilimento IG Farben. In genere, dapprima arrivavano i lavoratori maschi, che dobbiamo pensare siano stati scelti tenendo conto anche della loro affidabilità politica; in un secondo tempo, a volte, erano raggiunti da mogli e figli. La regione, però, non offriva molto ai nuovi coloni; all’inizio, le condizioni abitative reali erano abbastanza scadenti, mentre dal 1942 ci fu il serio rischio di contrarre il tifo. Circa 3000 nuovi immigrati giunsero nell’estate del 1943, ma quest’improvvisa impennata di arrivi dal Reich è da mettere in connessione soprattutto con la crescita dei bombardamenti aerei sulle principali città della Germania.

In linea di massima, possiamo dire che tutti questi coloni tedeschi restarono del tutto indifferenti al lager e alle operazioni di sterminio, che andarono acquistando dimensioni sempre più imponenti nel corso del tempo. Il 31 dicembre 1943, notte di capodanno, si tenne un grandioso banchetto a base di spumante, paté d’oca e arrosto, mentre i registri mostrano che in totale (nei tre lager Auschwitz I, Auschwitz II e Auschwitz III) dal 1° dicembre alla fine del mese persero la vita 5748 detenuti maschi e 8931 prigioniere.

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