Terremoto, un anno dopo
Il 2013: l’attenzione non cala, scuole e aziende riaprono
In sintesi
L’inaugurazione dei nuovi poli scolastici di Medolla e Finale Emilia, costruiti grazie alla collaborazione pubblico-privato e a progetti sostenuti dall’Assemblea legislativa e dal altri Consigli regionali. E le imprese ripartono, senza aver mai fermato la produzione
18.05.2013
Con l’anno nuovo, non cala l’attenzione dell’Assemblea legislativa sulle conseguenze del sisma. Pieno sostegno alla Giunta regionale nel lavoro presso il Governo per avere i fondi e decidere le misure necessarie alla piena ricostruzione e al totale indennizzo di privati e imprese.Intanto, però, aziende e strutture pubbliche riaprono i battenti, anche grazie a progetti che hanno avuto il sostegno dell’Assemblea legislativa. Il pomeriggio del 23 marzo c’è il taglio del nastro (video) del nuovo Polo scolastico per l’infanzia 0-6 anni donato da “Rock No War” al Comune di Medolla (Modena). Dai moduli, i bambini passano in una scuola grande e costruita secondo rigidi criteri anti-sismici: 1.450 metri quadrati coperti, una cucina per 250 pasti, aule e spazi per giocare, Una struttura nata anche grazie ai contributi dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e dei Consigli regionali di Toscana e Piemonte. Il 5 maggio, è la volta della scuola di Finale Emilia, anch’essa totalmente anti-sismica perchè realizzato in legno: il nuovo Complesso del Sacro Cuore accoglie 240 bambini ed è costruito grazie a uno sforzo congiunto di realtà pubbliche - anche di altre zone d’Italia - e private, come FederlegnoArredo e Fondazione Andrea Bocelli (video). Oltre all’Assemblea legislativa, hanno dato il loro contributo i Consigli regionali di Veneto, Abruzzo e Trentino Alto Adige.
E poi le imprese. Tante continuano ad avere problemi, ma tante sono ripartite. Fra queste ultime, la Aries, azienda modenese del biomedicale il cui proprietario è morto sotto le macerie la cui nuova sede ha aperto i battenti il 18 gennaio; poi la B-Braun o la International Paper, grandi gruppi stranieri che non solo hanno scelto di rimanere in Emilia, ma che hanno ricostruito a tempo di record, potenziando gli investimenti.
E c’è chi come la proprietà della PTL (strutture in ferro) di Medolla, il 20 maggio 2012 ha visto crollare il proprio capannone di 3mila metri quadrati, costruito solo 7 anni prima: non sono rimasti fermi un giorno con la produzione, affittando un capannone vicino e riunendosi i primi giorni nei giardini della scuola.
O la Emotec, sempre di Medolla (strumenti medici e farmaceutici): dopo solo tre settimane dalla prima scossa erano già tornati a produrre in una azienda di Rovigo che aveva a disposizione una ‘camera bianca’ inutilizzata (ambiente a contaminazione controllata nel quale è possibile produrre dispositivi medici). Dal giorno del sisma lavorano senza fare un soldo di utile, in attesa di risistemarsi definitivamente e ripartire come prima, quando avevano una sede nuova, un sito produttivo grande e moderno. Tuttora, ogni giorno portano i 27 dipendenti a Rovigo in pullman, andata e ritorno: “Lavoriamo per l’estero e la fornitura deve essere sempre garantita. Non possiamo permetterci di perdere un solo cliente”.
Infine, ultimo esempio, c’è l’Eurosetsmedical devices. Dopo il terremoto hanno risistemato il capannone dove ora sono in affitto, sempre a Medolla, dividendo la spesa con la proprietà. Negli ultimi 5 anni avevamo avuto una crescita media del 20 per cento del fatturato, il 2012 lo hanno chiuso ‘solo’ con un +8 per cento: ricavi per 23 milioni di euro. In linea di produzione hanno nuovi prodotti di drenaggio del sangue post operatorio (settore nel quale hanno 30 brevetti internazionali) e il 70% del loro fatturato è con l’estero.
Ptl, Emotec, Eurosets, solo alcune delle aziende visitate dai vertici dell’Assemblea legislativa in questi mesi: “Quello che è stato fatto dalla Regione Emilia-Romagna nella fase dell’emergenza sul fronte dell’assistenza alla popolazione è stato eccezionale- hanno spiegato i loro dirigenti- e gli emiliani si sono rialzati subito, famiglie e imprese. Ma adesso non bisogna fermarsi, non dobbiamo fermarci. Adesso bisogna finire di ricostruire: noi ci siamo”.
- In questo dossier
- Maggio 2012: la terra trema, l’Emilia si sveglia (due volte) in un incubo
- Il primo mese: gli emiliani reagiscono subito, la gara di solidarietà, il lavoro in Assemblea legislativa
- Arriva l’estate: aiuti alle giovani coppie e la richiesta di misure fiscali
- Via libera unanime: ecco la legge regionale sulla ricostruzione
- Il 2013: l’attenzione non cala, scuole e aziende riaprono

