L'università e il diritto minorile

18.03.2014

L'università e il diritto minorile

Quanto e in che modo i temi del diritto minorile e della tutela dei minori sono presenti nell’offerta formativa erogata dalle Università dell’Emilia-Romagna? Come gli Atenei e, in particolare, le Scuole e i Dipartimenti di Scienze giuridiche, politiche, pedagogiche e psicologiche concorrono alla formazione dei professionisti che saranno un giorno chiamati ad occuparsi di minori? E ancora quale spazio trova negli insegnamenti universitari quella fondamentale “dichiarazione di diritti” che è la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989? E’ a queste domande che ha cercato di rispondere la ricerca promossa dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza Luigi Fadiga, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Ferrara, oggetto di un focus group che si è svolto lo scorso 13 marzo in Assemblea legislativa.

 

Obiettivo dell’incontro, a cui hanno partecipato presidenti delle Scuole, direttori di Dipartimento, docenti e ricercatori di tutti e 5 gli Atenei della regione (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Piacenza, Parma), aprire un confronto sull’impatto e la presenza del Diritto minorile, che il Garante riecheggiando Calvino ha definito “cavaliere inesistente”, negli insegnamenti universitari. “Ad oggi,  - ha precisato Fadiga - tra gli operatori che si occupano di persone in età evolutiva, che siano essi sociali, pedagogici o sanitari, si riscontrano dei problemi di non comunicabilità tra mondi. Incomunicabilità che è frutto di una diversità di formazione e di linguaggi. Questo determina, nella pratica giudiziaria quotidiana” – ha aggiunto Fadiga – “delle difficoltà di relazione, in primis, tra avvocatura e servizi sociali. Per contribuire ad allacciare questi fili è necessario che il percorso formativo di queste figure condivida, fin dai banchi dell’università se non prima, un fondamento solido, un minimo comune denominatore: la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo”.

 

Proprio la presenza di riferimenti espliciti alla Convenzione e di indicazioni chiare al tema del diritto minorile come oggetto di insegnamento hanno formato l’oggetto dell’indagine voluta dal Garante. Il quadro che emerge ad una prima analisi di quanto presente nei sistemi informativi dei singoli Atenei e nella piattaforma “OFF Offerta Formativa” non è però incoraggiante: solo l’Università di Parma e, in misura diversa, Piacenza sembrerebbe centrare l’obiettivo prevedendo, per quanto riguarda l’Area delle Scienze pedagogiche e psicologiche l’erogazione di insegnamenti afferenti il diritto minorile. “Molto apprezzabile – ha aggiunto il Garante a tal proposito – anche il fatto che a Parma il corso di laurea in Servizio sociale e in programmazione e gestione dei Servizi sia inserito all’interno del Dipartimento di giurisprudenza e che, all’interno del Dipartimento stesso, venga erogato un corso di legislazione penale minorile”. Scarsa sembrerebbe invece l’attenzione nei Dipartimenti di Scienze politiche. Come precisato nel corso del dibattito dal Prof. Marco Castrignanò (docente di sociologia dell’Università di Bologna) ciò è ampiamente bilanciato attraverso attività di approfondimento e seminari. Per quanto riguarda infine i Dipartimenti di Scienze giuridiche, il diritto minorile è spesso contemplato come sotto articolazione del diritto di famiglia ma non espressamente citato.

 

Tanti gli spunti emersi dal confronto tra i partecipanti, primo fra tutti la necessità di integrare la ricerca con un’analisi di tipo qualitativo che dia spazio a testimoni privilegiati (docenti e coordinatori dei corsi di laurea) e che prenda in esame anche le iniziative seminariali e convegnistiche che costituiscono parte integrante dell’offerta formativa. Unico l’obiettivo finale: contribuire a diffondere la cultura minorile e i diritti dei minori anche a livello universitario.

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