"Il Garante nazionale dei detenuti sia indipendente"

03.12.2014

È importante la nomine di un Garante nazionale dei diritti delle persone detenute per “porre fine alla giungla di regolamenti, leggi e nomine locali” e “mettere a sistema le esperienze positive nell’interesse dei detenuti, dei loro familiari, degli operatori, ma anche di tutta la società”, ed l’auspicio è che tale organismo “sia il più aderente possibile a quanto richiesto dall’Europa”, ma è necessario che l’Ufficio non sia composto da “membri nominati dal Consiglio dei ministri” perché “l’indipendenza è infatti un tratto imprescindibile per un organismo di monitoraggio e vigilanza munito del potere di accedere in maniera incondizionata ai luoghi di privazione della libertà personale”.

 

A sostenerlo è Desi Bruno, Garante delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna, intervenendo a Roma al convegno, “Carcere: Modello Lazio”, promosso dal pari ruolo della regione della Capitale Angiolo Marroni,che ha voluto tracciare un bilancio dei suoi 10 anni di attività, da quando nel 2004 è stato il primo Garante regionale nominato sul territorio nazionale.

 

Bruno ha anche colto l’occasione, ripercorrendo gli importanti cambiamenti normativi che sono intervenuti nell’ultimo anno e mezzo, per citare le parole del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, secondo cui “la sfida di tutti è punire con dignità e rieducare per dare alla società una persona diversa”. L’auspicio della Garante è che l’Emilia-Romagna “voglia dare un contributo a questo percorso, grazie al suo ruolo di Regione all’avanguardia in tema di sanità in carcere, di superamento degli Opg, di presenza del volontariato e di progettualità sul territorio, come il progetto AC.E.RO. co-finanziato con risorse dalla Cassa ammende”.

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