Opportunità di lavoro fermata da una autorizzazione

15.05.2015

Opportunità di lavoro fermata da una autorizzazione

Cala ancora il numero di detenuti presenti nel carcere di Rimini, che ha definitivamente superato l’emergenza sovraffollamento anche per quanto riguarda i mesi estivi. Ma proprio nel momento in cui “bisognerebbe incrementare le possibilità di lavoro dentro e fuori”, una convenzione già stipulata con il Comune di Rimini per l’impiego di cinque detenuti per la pulizia dei muri del centro storico della città "non è ancora partita perché il magistrato di sorveglianza ha rifiutato i primi due ristretti proposti per l’incarico dall’amministrazione penitenziaria".

A raccontare la vicenda è la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, che oggi ha visitato la casa circondariale insieme al Garante comunale, Davide Grassi, al direttore e ai responsabili della sicurezza e degli educatori. “Da tempo c’è una doglianza abbastanza generalizzata, da parte non solo dei detenuti ma anche del personale, per i ritardi nelle decisioni del magistrato di sorveglianza”, sottolinea Bruno, che cita a proposito la vicenda di un ristretto che non ha potuto effettuare l’esame per il conseguimento della patente di guida, che gli avrebbe permesso di trovare lavoro in una cooperativa, proprio perché la sua richiesta per un permesso non ha ricevuto risposta, né negativa né positiva, nonostante diversi solleciti all’ufficio competente.

Tra le criticità, la Garante ricorda anche “un direttore impossibilitato a garantire la propria presenza fisica costante perché direttore anche della struttura di Reggio Emilia”: una difficoltà logistica che comunque non gli ha impedito di “migliorare significativamente le condizioni di vita dei detenuti nei mesi di mandato fino ad ora trascorsi, grazie alla decisione di chiudere definitivamente la prima sezione, che presentava diversi problemi anche strutturali oltre che igienico-sanitari, e di aprire finalmente dopo la ristrutturazione la seconda sezione, destinata ad ospitare più della metà dei detenuti definitivi”.

Al momento, ai Casetti si contano 89 detenuti, di cui 46 stranieri, su una capienza tollerabile di 130: alla fine del 2013 erano 164, con più di 30 unità in sovrannumero. Solo 38 scontano una condanna definitiva, e in nessun caso con pene superiori ai 5 anni.  “Per fortuna non si verificherà mai più il problema del sovraffollamento estivo, molto frequente negli anni passati per via dell’importante afflusso di turisti a Rimini- sottolinea Bruno-, il rispetto dello spazio minimo vitale viene monitorato in tempo reale e viene bloccato qualunque accesso che comporterebbe il superamento della soglia massima”.

All’interno del carcere, a sei persone viene applicato il regime di semilibertà, una ha un lavoro fuori dal carcere, mentre otto si trovano nella sezione attenuata Andromeda, da cui passeranno poi all’inserimento in comunità. Si tratta, spiega la Garante, di una evidente sottoutilizzazione, dal momento che sarebbero disponibili fino a 20 posti per chi è in attesa dell’accesso a misure alternative alla detenzione con finalità terapeutiche: “Si potrebbe pensare ad un impiego di questa sezione in ambiti più ampi, ospitando ristretti provenienti anche da strutture vicine”. Ha infine riaperto di recente la sezione dedicata ai ristretti transessuali, tre al momento: i lavori di sistemazione sono stati effettuati in economia dagli stessi detenuti della struttura.

Dentro la struttura, rimarca infine Bruno, sono presenti ampie aree verdi incolte, per la cui riqualificazione potrebbero essere coinvolti tutti o quasi i detenuti presenti. “E ci sarebbe anche lo spazio per una serra, che potrebbe sostenere anche parte del fabbisogno alimentare della struttura- conclude la Garante-, abbiamo chiesto all’amministrazione locale, e in particolare all’assessorato per le Politiche sociali, uno sforzo in questa direzione”.

Azioni sul documento