Dalle invasioni barbariche alle Signorie
Nel V e VI secolo dopo Cristo, Ravenna fu il principale centro politico della Penisola: già nel 402 l’imperatore Onorio vi aveva stabilito la capitale dell’Impero romano. Dopo il confuso periodo delle invasioni barbariche, nel 493 l’Italia passò sotto il dominio degli Ostrogoti, e a Ravenna si insediò il loro re Teodorico. Nel 527, con l’avvento dell’imperatore bizantino Giustiniano, Ravenna diventò sede del governatore d’Italia (l’Esarca) e visse un periodo di grande splendore, testimoniato dalle basiliche di san Vitale e sant’Apollinare in Classe. Nel corso del VI secolo l’unità politica della nostra regione venne interrotta dall’invasione dei Longobardi, che occuparono vari territori ma non riucirono a sconfiggere definitivamente i Bizantini. I Longobardi occuparono l’Emilia fino a Bologna e Imola, e si concentrarono a Reggio; ai Bizantini restò la zona adriatica, che prese il nome di Romagna perché apparteneva ai Romani di Bisanzio.
Contro i Longobardi il Papa chiese l’aiuto dei Franchi, che scesero in Italia e nel 773 li sconfissero. I territori della nostra regione entrarono a far parte del Sacro Romano Impero, costituito con l’incoronazione del re franco Carlo Magno nell’anno 800. Durante i primi secoli del Medioevo, nei conventi e nelle grandi abbazie, gli amanuensi ricopiarono i testi della tradizione classica, come accadde per lungo tempo a Bobbio, sull’Appennino piacentino. Il lavoro di quelle mani contribuì alla nascita delle grandi biblioteche: tra le prime, la Malatestiana di Cesena.
La successiva evoluzione dell’impero portò alla suddivisione amministrativa del territorio in feudi. Con il tempo, la sovranità dei feudi venne attribuita ai vescovi, che iniziarono così a costituire piccoli domini locali. In questo periodo si costituirono in regione due poli di notevole influenza: nell’Emilia occidentale si affermò il dominio della casa di Canossa (ne fu protagonista la contessa Matilde); il territorio romagnolo, invece, si organizzò intorno alla sovranità dell’Arcivescovo di Ravenna. Impero e Chiesa si trovarono contrapposti nella “lotta per le investiture”, cioè per il diritto di nominare i vescovi. Proprio presso il castello di Canossa, sulla collina reggiana, avvenne l’umiliazione dell’imperatore Enrico IV di fronte a papa Gregorio VII (1077).
In questo contesto, le classi più ricche delle città (proprietari terrieri e mercanti) manifestarono la loro insofferenza verso i poteri feudali, e promossero un nuovo tipo di ordinamento politico che mirava ad amministrare, a livello locale, le leggi, la giustizia, i tributi, l’economia: il Comune. Tra XI e XII secolo, nei centri emiliano-romagnoli, come in tutta l’Italia settentrionale, si formarono nuovi governi, guidati da consoli eletti da un consiglio dei cittadini, che progressivamente estesero la propria influenza politica ed economica sui territori circostanti. Con l’imporsi del modello comunale, le città divennero i centri di una rinascita economica e culturale.
Inizialmente, alleandosi tra loro, i Comuni garantirono la propria indipendenza dagli assalti delle truppe imperiali. Una volta sconfitto il comune nemico, però, emersero rivalità tra le città vicine, e contrasti interni tra le fazioni cittadine: le parti in lotta si proclamarono a favore del Papato (i Guelfi) o a favore dell’Imperatore (i Ghibellini). Le continue lotte intestine indebolirono le magistrature comunali e prepararono il terreno per l’instaurarsi di governi personali, in mano a famiglie nobili. In tutte le città emiliano-romagnole si consolidarono dunque le signorie: Piacenza, Parma, Mirandola, Carpi, Correggio, Scandiano, Imola, Faenza, Forlì, Ravenna, Rimini. Ferrara, in particolare, dal 1242 divenne il centro della signoria degli Estensi, che poi coprì anche Modena e Reggio. A Bologna il regime comunale durò più a lungo, e solo per brevi periodi si affermarono la signoria dei Pepoli e poi dei Bentivoglio. Dopo una serie di guerre tra le potenze regionali confinanti (Milano, Venezia, Firenze, la Santa Sede), all’inizio del Cinquecento Bologna e la Romagna entrarono a far parte dello Stato Pontificio.
Nonostante le guerre e l’instabilità politica, durante l’età dei Comuni e delle Signorie si svilupparono con maggior fervore e varietà la vita culturale ed economica, l’industria, l’agricoltura, i traffici, l’arte, la poesia: la città di Ravenna conserva tuttora le spoglie del poeta Dante Alighieri. È il tempo in cui nasce e si afferma l’Università di Bologna, la più antica del mondo. Vengono costruite le cattedrali, i palazzi comunali, castelli e rocche, e le mura delle città si allargano progressivamente per accogliere un crescente numero di abitanti.
Link:
Documenti scaricabili:
- Il Medioevo (MS-Word, 67 kb)
Gina Fasoli, pagg 69-80 "L'Emilia-Romagna" Teti editore - Ascolta la lettura della scheda (mp3, 6857 kB)
Aut. SIAE n.1768/I/600