Un nuovo ‘spazio comune’ per i cittadini di Pescarola

14.12.2012

Un nuovo ‘spazio comune’ per i cittadini di Pescarola
La differenza degli altri ci sfida in due direzioni. Anzitutto ci mette di fronte a noi stessi, al nostro limite ma anche alla nostra unicità. Poi ci costringe a trovare ogni volta un ponte, a cercare ciò che è comune, a costruire il linguaggio e le regole dello scambio. (Melucci, 1991).

Il progetto “Cittadini di Pescarola: periferia che si fa borgo” è stato promosso e realizzato dal Coordinamento volontariato Lame, Quartiere Navile, Rete Lame, Banca del tempo Navile, Acer (Azienda casa Emilia-Romagna), Dipartimento di Sociologia dell’Alma Mater e DPS-dispositivi psicosociali, in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato di Bologna “Volabo”.

L'intervento ha avuto come sfondo una ricerca sul territorio realizzata dal Dipartimento di Sociologia dell’Ateneo bolognese, e intitolata “Pescarola non è un’isola”. L’analisi, condotta tra febbraio e aprile 2012, ha raccolto alcuni dati quantitativi (dati relativi al 2011 e forniti dall’ufficio statistico del Comune di Bologna e da Acer) e alcune testimonianze spontanee, “catturate” attraverso interviste semi-strutturate realizzate tra i residenti della zona e alcuni osservatori privilegiati. La ricerca ha restituito un quadrointeressante dei residenti del comparto di edilizia popolare oggetto dell'intervento: primo fra tutti, la presenza di tanti ragazzini stranieri quasi quanti gliultra 65enni italiani (cifre che si attestano entrambe intorno al 15%), oltre a una percentuale di immigrati sul totale della popolazione decisamente maggiore rispetto a quella della Pescarola (30% contro 12% ).

Sono queste le caratteristiche principali di chi vive lì, in tutto 514 persone, insieme al fatto che il 58% dei residenti ha un ISEE inferiore o pari a 7.500 euro. Per il resto, la zona non presenta caratteristiche molto diverse rispetto a quelle del quartiere.

Dalle interviste, poi, emerge l'immagine di un territorio attraversato da tensioni e conflitti, generazionali e di vicinato, ma che tendono a stemperarsi nel momento in cui si sposta l'accento sul quotidiano. “La rappresentazione che ne esce è quella di una zona segnata dalla fragilità dei legami sociali e dalla contrapposizione tra un passato coeso e un presente incerto – spiega Maurizio Bergamaschi, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio – Tuttavia esistono anche coloro che intravedono la speranza di un cambiamento in positivo, l'inversione di quella tendenza che ha visto progressivamente degradarsi il ‘proprio luogo di vita’. Tra gli intervistati, ad esempio, le idee e le proposte non mancano, così come la disponibilità a spendersi in prima persona in questa direzione, sebbene alcuni denuncino la mancanza di partecipazione nelle iniziative che vengono spesso messe in campo nella zona. E’ in questa spaccatura che si incunea la possibilità di riprendere a fare comunità”.

L’elaborazione delle informazioni ha consentito l’individuazione di facilitatori, che si sono rivelati fondamentali per costruire un piano articolato di azione/intervento che ha trovato nello Spazio Comune, una sorta di “saletta condominiale” all’interno del complesso di “case popolari” compreso tra le vie Agucchi e Zanardi, il punto di riferimento per lo sviluppo del progetto.

Oltre alle feste multietniche organizzate in collaborazione con i residenti, al suo interno si tengono attività di mediazione dei conflitti, orientamento al lavoro, percorsi di sostegno psicologico e supporto alla genitorialità. Attività alle quali si sono affiancati in itinere: un corso di italiano per donne straniere, un corso di arabo per i bambini, un laboratorio di giocoleria, una pista per “slot-car” (macchinine telecomandate), un appuntamento con le fiabe e i libri per ragazzi portati dalla biblioteca Lame, il mercatino degli abiti usati, riparazione di biciclette e distribuzione di generi alimentari, i consigli sulla salute e alcuni interventi anti-degrado. Tutto questo è “Spazio Comune”, in via Agucchi 284 a/b, una ex cartoleria concessa in uso dall’amministrazione cittadina (Comune di Bologna e Quartiere Navile) e sistemata dall’associazione Terra Verde per offrire iniziative gratuite a tutti coloro che abitano in zona Pescarola. Grazie al contributo di psicologi, sociologi e volontari e secondo un calendario settimanale di attività che fa sì che il locale sia aperto tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì e periodicamente il sabato e la domenica “Spazio Comune” è diventato pian piano un punto d’incontro, socializzazione e partecipazione.

Con le sue iniziative gratuite il progetto “Cittadini di Pescarola: periferia che si fa borgo”  ha come obiettivo il miglioramento delle relazionidi buon vicinato e del dialogo tra culture e generazioni diverse. Oltre a coinvolgere sempre nuovi soggetti (in particolare le associazioni Arcoiris, Pedalalenta e Architetti di strada), il vero punto di forza di questo percorso è l'essere riusciti a coinvolgere alcuni residenti che hanno poi deciso di mettersi in gioco come volontari. Su questa linea stiamo organizzando assemblee pubbliche con i residenti degli alloggi Erp di via Agucchi e Zanardi, convocate allo scopo di ascoltare le esigenze dei cittadini e stimolare nuovi meccanismi di partecipazione. Per lasciare traccia delle attività  intraprese stiamo realizzando una raccolta di video-interviste.

Prossime tappe sono: la sistemazione della piazzetta antistante lo “Spazio comune” e l'avvio del Progetto “Percorso Sicuro a Pescarola”, all'interno del quale sono previste opere di manutenzione per rendere più praticabili gli spazi comuni condivisi dai condomini.

Questo aspetto, che rappresentava una delle nostre priorità, è ben sottolineato da una delle volontarie con cui abbiamo condiviso il percorso sin dall'inizio: “Ora che conosciamo bene i bisogni dei frequentatori di questa sede, penso che dobbiamo fare un ulteriore passo avanti per far emergere maggiormente le loro risorse perché non rimangano solo dei fruitori passivi, ma veri protagonisti di una rinascita della loro comunità. Altrimenti si corre il rischio di non instaurare un rapporto alla pari, un rapporto d’alleanza, tra volontari e abitanti della zona.

Dobbiamo far sì che lo spazio di Via Agucchi siano gli abitanti stessi (extracomunitari e non) a farlo vivere e che diventi la loro casa comune indipendentemente dal proseguimento o meno del nostro progetto”.

I risultati, le riflessioni e le ipotesi di continuazione inerenti “Cittadini di Pescarola” sono stati oggetto del convegno “Le periferie invisibili”, organizzato dal Coordinamento volontariato Lame, da DPS-dispositivi psicosociali e dagli altri partner del progetto, svoltosi venerdì 14 dicembre al centro sociale ricreativo “Casa gialla” (in piazza Da Verrazzano 1/3).

Per informazioni sul progetto, vai al sito  

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