Il primo resoconto

La prima visita della Croce Rossa a Terezín, per i nazisti, fu un successo solo parziale, in quanto alcuni degli ispettori colsero gran parte dei problemi del ghetto, come emerge dal seguente rapporto, steso da un funzionario svizzero.

I rappresentanti della Croce Rossa tedesca si sono fermati 48 ore a Theresienstadt, e sono rimasti fortemente impressionati, per non dire traumatizzati, dalla situazione del luogo. E’ stata la prima volta che esponenti della Croce Rossa tedesca sono entrati in contatto con deportati. A Theresienstadt si trovano 43 800 ebrei. Di questi, 2/3 sono adibiti a vari lavori, mentre 1/3 è completamente inabile a qualsiasi lavoro.

La situazione del ghetto è orribile. Manca tutto, la gente è spaventosamente denutrita, e l’assistenza medica è assolutamente insufficiente. Le condizioni abitative sono raccapriccianti, dal momento che in una cittadina nella quale prima abitavano 7000 persone oggi ne abitano circa sei o sette volte tanto. In una casa nella quale è alloggiato un numero di persone cosiddette di riguardo (tra l’altro un membro della famiglia Bleichroeder) abitano circa 4/5 persone per stanza. Nelle abitazioni della gente comune naturalmente le cose vanno ancora peggio.

Malgrado ciò, l’organizzazione interna del ghetto fa tutto ciò che può. Vi sono cucine pubbliche, asili infantili, ospedali. Nella città stessa esistono anche alcuni negozi dove si può comperare qualcosa. All’interno del ghetto circola uno speciale mezzo di pagamento coperto da denaro depositato su conti di fantomatiche banche (probabilmente una parte dei patrimoni sequestrati agli ebrei stessi).

(W. Benz, L’Olocausto, Torino, Bollati Boringhieri, 1998, p. 92. Traduzione di E. Grillo)

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