Le visite della Croce Rossa

La denuncia mancata
Terezín, preparativi per la visita della Commissione della Croce Rossa internazionale. Disegno realizzato nel 1944, dalla dodicenne Helga WeissovaIl Comitato Internazionale della Croce Rossa nacque per iniziativa dell’uomo d’affari svizzero Henri Dunant, negli anni seguenti la Seconda guerra d’indipendenza italiana (1859): un conflitto che stupì tutti gli osservatori, per l’inedita efficacia delle armi moderne. Nel 1864, dodici paesi stipularono la prima Convenzione di Ginevra, un trattato che garantiva la protezione dei medici e degli infermieri sui campi di battaglia. Nel 1929, la Convenzione fu allargata, in modo da proteggere anche i prigionieri di guerra; in pratica, ai delegati della Croce Rossa internazionale fu permesso di effettuare ispezioni nei campi in cui fossero detenuti i soldati catturati, di effettuare l’invio di pacchi e di garantire la trasmissione di notizie, da parte degli internati. Durante la seconda guerra mondiale, nel solo anno 1942 vi furono circa un migliaio di tali visite; lungo tutto l’arco del conflitto, invece, furono spediti 36 milioni di pacchi e trasmessi 120 milioni di messaggi.

Nel caso del Terzo Reich, sfuggivano completamente al controllo ed alle ispezioni della Croce Rossa internazionale sia i campi per prigionieri sovietici (l’URSS, infatti, non aveva firmato la nuova Convenzione di Ginevra) e, a maggior ragione, i ghetti in cui vennero internati gli ebrei e i centri di sterminio.

Malgrado queste difficoltà, molti delegati della Croce Rossa, nei diversi paesi occupati, ricevettero precise informazioni e inviarono dettagliati rapporti ai loro superiori di Ginevra. Questi però, il 14 ottobre 1942, decisero di non procedere ad alcuna denuncia pubblica, nel timore di compromettere la neutralità della Svizzera.

Le visite a Theresienstadt

I nazisti si sforzarono a più riprese e in diversi modi di spacciare Terezín come un ghetto modello; anzi, nel momento in cui cercarono di offrire a diversi soggetti un’immagine idilliaca (e quindi del tutto falsa) di Theresienstadt, essi tentarono di nascondere quello che effettivamente stavano mettendo in atto, nei confronti degli ebrei che cadevano sotto il controllo tedesco.

A questo scopo, i nazisti organizzarono due visite della Croce Rossa alla Grande fortezza. La prima delegazione arrivò nel giugno 1943, un mese dopo che le autorità tedesche (sempre a scopo propagandistico) avevano cambiato il nome ufficiale di Terezín, cosicché il ghetto si chiamava ora insediamento ebraico (Siedlungsgebiet). Il primo gruppo di visitatori era misto: alcuni rappresentavano il Comitato Internazionale della Croce Rossa, altri la Croce Rossa Danese. Il rapporto steso in questa circostanza fu abbastanza vicino alla verità, anche se – per ragioni politiche – fu deciso di non divulgarlo.

La seconda visita (23 giugno 1944) fu invece orchestrata al meglio dai nazisti, che la prepararono nei minimi dettagli. Nelle sei ore che Maurice Rossell e gli altri delegati passarono nella Grande fortezza, fu mostrato loro un ghetto modello del tutto finto, con gente sana, vitto abbondante e alloggi puliti, tutt’altro che sovraffollati.

L’inganno riuscì perfettamente; ma, forse, una parte del merito va attribuita pure all’ingenuità di Rossell, che anche a distanza di anni non riuscì mai a capacitarsi davvero di essere stato clamorosamente imbrogliato (e di essere caduto così facilmente nella trappola nazista).

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