Il commento di Goebbels
Ora gli ebrei sono costretti a emigrare a est dal Governatorato Generale, a partire da Lublino. Un metodo piuttosto barbaro, da non descrivere nei dettagli, è qui utilizzato, e non molti ebrei rimangono dopo il suo impiego… A capo dell’operazione è l’ex Gauleiter [= governatore di un distretto – n.d.r.] di Vienna [Globocnik], che la sta gestendo con notevole cautela e con metodi che non destano particolare attenzione.
Si sta infliggendo agli ebrei una punizione certo barbara, ma che hanno pienamente meritato. Quello che il Führer aveva preannunciato nel caso in cui gli israeliti avessero scatenato un’altra guerra mondiale ha cominciato a tradursi in realtà nel modo più terribile. In simili questioni non si può lasciar spazio ai sentimenti. Se non ci difendessimo, gli ebrei ci sterminerebbero. E’ una lotta per la vita o la morte tra la razza ariana e il bacillo ebraico.
Nessun altro governo e nessun altro regime potrebbe raccogliere le forze necessarie alla soluzione generale del problema. Qui, di nuovo, il Führer è l’instancabile promotore e difensore di una soluzione radicale, che la situazione richiede e per questo appare inevitabile. Grazie a Dio la guerra ci offre alcune opportunità che non avremmo in tempo di pace. Dobbiamo approfittarne.
I ghetti svuotati delle città del Governatorato Generale si potranno riempire degli ebrei espulsi dal Reich, e dopo qualche tempo il procedimento potrà essere ripetuto.
(M. Burleigh, Il Terzo Reich, Milano, Rizzoli, 2003, p. 709. Traduzione di C. Capararo, S. Galli, M. Mendolicchio)