Testimonianza di un contadino residente ad Hartheim

Lo storico americano Gordon J. Horwitz non rivela il nome di questo testimone, che egli chiama semplicemente Karl S. Le uniche informazioni che lo storico fornisce riguardano la nascita di Karl S. (nato nel 1921) e la sua residenza ad Hartheim, nelle immediati vicinanze del castello. La testimonianza seguente fu resa nel 1969, in tribunale.

La casa dei miei genitori era una delle poche case di Hartheim da cui si poteva osservare qualche avvenimento. Dopo che il castello venne sgombrato dei suoi abitanti (tra i 180 e i 200 pazienti circa) nel 1939, iniziarono misteriosi lavori di ristrutturazione, difficilmente comprensibili, comunque, per un estraneo, anche perché non venne fatto alcun ricorso a manodopera locale e le vie di accesso venivano ermeticamente sbarrate.

Dopo la conclusione dei lavori di ristrutturazione vedemmo arrivare i primi trasporti e potemmo anche riconoscere alcuni dei residenti manifestare la loro gioia nel tornare nella loro vecchia casa. Riuscimmo a notare tutto questo così bene perché il porcile da cui noi compivamo le nostre osservazioni, sorgeva proprio di fronte al grande cancello d’ingresso davanti al quale l’autobus doveva aspettare finché, al suono di un campanello, la porta non si apriva e il veicolo poteva entrare nel cortile.

(G. J. Horwitz, All’ombra della morte. La vita quotidiana attorno al campo di Mauthausen, Venezia, Marsilio, 1994, p.82. Traduzione di G. Genovese)

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