Testimonianza di un addetto al crematorio

Vinzenz Nohel cominciò a lavorare al crematorio di Hartheim il 2 aprile 1940. Secondo la sua versione, poco prima dell’inizio delle esecuzioni, Chistian Wirth tenne a tutto il personale un discorso in cui spiegava il lavoro che le persone impegnate ad Hartheim sarebbero state chiamate a svolgere.


Vi ho convocati tutti insieme, quest’oggi, per illustrarvi la situazione presente qui al castello [e] quello che accadrà ora. Ho ricevuto incarico dalla cancelleria del Reich di dirigere tutto quello che avverrà. Io, come capitano, ho ogni cosa sotto il mio comando.

Il nostro compito è quello di costruire un crematorio per i malati di mente della Ostmark [= l’Austria, nel linguaggio ufficiale nazista – n.d.r.]. Cinque medici sono stati designato per esaminare i malati di mente, per stabilire quanto è da salvare e quanto non lo è. Tutti quelli che non sono da salvare vanno nel crematorio dove verranno inceneriti. I malati di mente sono un pesante fardello per la Germania e noi vogliamo solo persone sane. I malati di mente sono solo un peso per lo Stato.

Parecchi uomini verranno designati per lavorare nel crematorio. Questo significa soprattutto silenzio sotto pena di morte. Chiunque non osserverà il silenzio verrà spedito in un campo di concentramento o verrà fucilato.

(G. J. Horwitz, All’ombra della morte. La vita quotidiana attorno al campo di Mauthausen, Venezia, Marsilio, 1994, p.82. Traduzione di G. Genovese)

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