Le segretarie

Sappiamo che le segretarie furono reclutate per conoscenza personale e che molte di esse accettarono l’incarico che era stato loro offerto per migliorare il proprio tenore di vita. Non sapevano nulla del loro compito prima di arrivare ad Hartheim; a quel punto, però, nessuna di esse fece mai nulla per sabotare il processo omicida. In genere, assunsero un atteggiamento di totale rassegnazione e di passività, che le portava ad essere del tutto indifferenti nei confronti delle vittime, come emerge, ad esempio, dalla testimonianza di Gertraud Dirnberger.

Una volta, in tarda serata, arrivò un trasporto. Si trattava di un trasporto di donne. Il capitano Wirth invitò il personale femminile dell’ufficio ad aiutare nelle diverse fasi dell’operazione. Dovemmo scendere nel corridoio del porticato. I vestiti furono legati, gettati sopra un grande tavolo e coperti da un foglio con un nome. Dopo, le nuove arrivate furono condotte da entrambi i dottori, Lonauer e Renno, che si trovavano in una stanza speciale.

Noi non riuscimmo più a scorgerle; esse erano state apparentemente uccise dopo la visita dei dottori. Le nuove arrivate appartenevano tutte alla categoria dei malati di mente, come era possibile determinare, senza difficoltà, dal loro comportamento.

(G. J. Horwitz, All’ombra della morte. La vita quotidiana attorno al campo di Mauthausen, Venezia, Marsilio, 1994, p.101. Traduzione di G. Genovese)

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