Disposizioni del generale Wöhler

Nelle prime settimane di guerra sul fronte orientale, molti ufficiali restarono perplessi di fronte alle violenze compiute contro gli ebrei. Il 22 luglio 1941, il generale Otto Wöhler, in servizio sul fronte Sud, emanò una serie di severe disposizioni, dopo che le truppe romene avevano commesso un massacro nella città di Balti.

A causa di un fatto particolare, sembra necessario comunicare in modo esplicito quanto segue:

Data la concezione della vita umana che predomina nella vita orientale, i soldati tedeschi possono essere testimoni di avvenimenti (esecuzioni di massa, uccisioni di prigionieri civili, di Ebrei e di altri), che sul momento essi non possono impedire, ma che feriscono nel profondo il sentimento tedesco dell’onore.

Va da sé, che è vietato per ogni uomo di sensibilità normale fotografare questi eccessi così odiosi, e raccontarli per lettera alla famiglia. La realizzazione o la diffusione di fotografie o racconti su simili avvenimenti verranno considerate come un attentato alla compattezza e alla disciplina dell’esercito, e saranno severamente punite. Tutte le foto, i negativi, e i racconti relativi a questi eccessi saranno raccolti e inviati all’Ic/AO dell’esercito. Contemplare con curiosità simili eventi [ein neugieriges Begaffen solcher Vorgänge] è indegno del soldato tedesco.

(R. Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa, Torino, Einaudi, 1999, p. 342. Traduzione di F. Sessi e G. Guastalla)

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