Le direttive del feldmaresciallo von Reichenau
Vi sono ancora molte idee oscure sulla condotta dell’esercito nei confronti del sistema bolscevico. Lo scopo essenziale della campagna contro il sistema giudaico-bolscevico è la distruzione completa della potenza e lo sterminio dell’influenza asiatica nell’area culturale europea.
In rapporto a questo si presentano anche per i militari compiti che vanno oltre la concezione tradizionale e unilaterale che abbiamo del soldato. Nello spazio orientale il soldato non è solo il combattente secondo le regole dell’arte militare, ma anche il portatore dell’imprescindibile idea di popolo e il vendicatore di tutti gli atti bestiali commessi contro il popolo tedesco e i popoli ad esso apparentati.
Il soldato deve pertanto comprendere appieno la necessità di una dura ma giusta espiazione da parte della subumanità ebraica. Inoltre deve mirare a stroncare sul nascere eventuali rivolte dietro le linee del fronte della Wehrmacht, che, stando all’esperienza, sono sempre fomentate da ebrei. […]
Indipendentemente da qualsiasi considerazione politica sul futuro, il soldato deve svolgere un duplice compito:
1) Annientare l’eresia bolscevica, lo stato sovietico e le sue forze armate.
2) Sterminare senza pietà le insidie e le crudeltà delle specie straniere e in tal modo garantire la sicurezza della Wehrmacht tedesca in Russia.
Solo in questo modo assolveremo al compito storico di liberare una volta per tutte il popolo tedesco dal pericolo dell’ebraismo asiatico.
(M. Weinreich, I professori di Hitler. Il ruolo dell’Università nei crimini contro gli ebrei, Milano, Il Saggiatore, 2003, pp. 165-166. Traduzione di C. Salmaggi)