Antisemitismo e disprezzo nazista verso i russi, tra i generali tedeschi
Dalle Linee-guida sul comportamento delle truppe in Russia (documento emanato dallo Stato maggiore nel maggio 1941)
La lotta richiede iniziative energiche e spietate contro agitatori bolscevichi, guerriglieri sabotatori ed ebrei, e la completa eliminazione di ogni resistenza attiva e passiva. I membri dell’Armata Rossa – prigionieri compresi – devono essere trattati con estremo riserbo e massima cautela, dovendosi fare i conti con tecniche di lotta particolarmente subdole. In particolare, i militari dell’Armata Rossa di origine asiatica hanno una mentalità contorta e sono astuti e privi di sentimenti.
Direttive emanate dal generale Erich Hoepner, il 2 maggio 1941
La guerra alla Russia è un capitolo importante della lotta per l’esistenza della nazione germanica. E’ l’antica battaglia tra popoli germanici e slavi, per la difesa della cultura europea dall’inondazione asiatico-moscovita e il ripudio del bolscevismo ebraico. Il fine di questa battaglia dev’essere la distruzione dell’odierna Russia, ed essa va quindi combattuta con severità senza precedenti. Ogni operazione bellica dev’essere guidata, nella pianificazione e nell’esecuzione, dalla ferrea volontà di sterminare il nemico spietatamente e totalmente. In particolare, non si dovrà risparmiare nessun aderente all’attuale sistema russo-bolscevico.
Direttive emanate alle truppe dal generale Hermann Hoth, nel novembre 1941
Ogni segno di resistenza attiva o passiva e ogni sorta di macchinazione da parte degli agitatori ebraico-bolscevichi dev’essere represso subito e senza misericordia… Questi ambienti sono sostenitori del bolscevismo, fautori delle sue organizzazioni criminali, complici dei partigiani. Si tratta degli stessi ambienti ebraici che tanto hanno danneggiato la nostra patria con le loro attività contro la nazione e la civiltà, che in tutto il mondo si fanno promotori di tendenze antitedesche, e che per primi incorreranno nella giusta punizione. Il loro sterminio è una condizione della nostra stessa sopravvivenza.
(M. Burleigh, Il Terzo Reich, Milano, Rizzoli, 2003, pp. 580-581. Traduzione di C. Capararo, S. Galli, M. Mendolicchio)