Una lettera dall'Est
Caro camerata Friedrich,
attraverso la radio, i cinegiornali o i giornali ti farai solo un’idea, in parole, immagini e vivaci descrizioni, di quanto si sta svolgendo nell’Est. Ma tutti quei commenti benintenzionati a un avvenimento di portata senza precedenti sbiadiscono di fronte alla brutale realtà…
Un capitolo a sé è costituito dal fatto che la questione ebraica viene risolta con grandissima efficienza e completezza, e fra gli applausi entusiastici della popolazione locale. Come disse il Führer in un suo discorso di poco prima della guerra: <<Se l’ebraismo dovesse riuscire a trascinare le nazioni europee in un conflitto mondiale insensato, questo significherebbe la fine della razza ebraica in Europa!>>.
L’ebreo avrebbe dovuto sapere che il Führer è abituato a parlare sul serio, e ora deve sopportarne le conseguenze. Queste sono spietatamente dure, ma necessarie, se vogliamo che alla fine la tranquillità e la pace regnino fra le nazioni.
(M. Weinreich, I professori di Hitler. Il ruolo dell’Università nei crimini contro gli ebrei, Milano, Il Saggiatore, 2003, p. 164. Traduzione di C. Salmaggi)