Lo stupore di un ufficiale tedesco di fronte all'impreparazione degli ebrei russi

Alla fine della guerra, Erich von dem Bach-Zelewski, alto ufficiale delle SS e comandante della Polizia nella Russia centrale, riconobbe che il nazionalsocialismo poggiava su una colossale menzogna. Gli ebrei non erano affatto quella forza organizzata e potentissima, che avevano descritto sia i Protocolli dei Savi anziani di Sion, sia la propaganda nazista. Soprattutto ad Oriente, i tedeschi si trovarono di fronte ad una massa inerme e disorganizzata, del tutto incapace di reagire alla tempesta che si abbatté su di loro.

Contrariamente all'opinione dei nazionalsocialisti secondo i quali gli Ebrei formavano un gruppo altamente organizzato, la realtà terrificante era che non avevano, invece, nessuna organizzazione, di nessun genere. La massa del popolo ebraico fu completamente presa alla sprovvista. Non sapevano assolutamente che cosa fare; non avevano né direttive, né parole d'ordine che indicassero loro come dovevano agire.

Sta qui la più grande menzogna riguardo l'antisemitismo, perché contraddice l'affermazione secondo la quale gli Ebrei cospiravano per dominare il mondo e che erano incredibilmente organizzati. In realtà non erano organizzati per niente, nemmeno un servizio di informazione. Se fosse esistita un'organizzazione di un tipo o di un altro, questa gente avrebbe potuto salvarsi a milioni; invece furono presi completamente alla sprovvista.

Mai fino a quel momento, un popolo era stato condotto alla distruzione in una incoscienza così completa. Non c'era nessuna preparazione. Assolutamente niente. Non era nemmeno vero, come sostenevano gli antisemiti, che fossero amici dei Sovietici. Questo è il malinteso più incredibile.

Gli Ebrei della Vecchia Polonia, che non hanno mai avuto simpatia per i comunisti, avevano in tutta la regione, a partire dal Bug e fino verso l'Est, più paura del bolscevismo che del nazismo. Era follia. Avrebbero potuto essere salvati. Tra loro c'era gente che aveva molto da perdere, uomini d'affari; non volevano andarsene. Inoltre, c'era l'amore per casa loro e l'esperienza dei pogrom [= massacri - n.d.r.] in Russia.

Dopo le prime azioni antiebraiche dei Tedeschi, credevano che la tempesta fosse finita, così sono ritornati e sono corsi incontro alla loro distruzione.

(R. Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa, Torino, Einaudi, 1995, p. 1111. Edizione italiana a cura di F. Sessi)

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