Hitler annuncia la distruzione della razza ebraica in Europa

Il 30 gennaio 1939, in occasione dell’anniversario dell’assunzione del potere (30 gennaio 1933) Hitler pronunciò un solenne discorso di fronte al Reichstag. Da parte sua, vi era già la disponibilità a scatenare una nuova guerra; Hitler però, in questo discorso, attribuì la responsabilità dell’eventuale conflitto agli ebrei. Pertanto, fondendo in un blocco unico – come in Mein Kampf – bolscevismo e giudaismo, annunciò che questo secolare avversario della razza ariana sarebbe stato combattuto fino all’estremo delle forze, da parte della Germania.

Il testo, comunque, usava toni particolarmente forti ed un’espressione radicale come annientamento della razza ebraica in Europa. Per quanto sia difficile definire con precisione il significato attribuito da Hitler a queste parole nel 1939, è però significativo che il dittatore nazista le abbia ripetute più volte (una, nel 1941, in gennaio; cinque, nel corso del 1942; due, nel 1943) e che regolarmente abbia sbagliato la data, affermando di aver pronunciato la sua profezia il 1° settembre 1939 (giorno d’inizio della guerra, intesa come grandiosa e definitiva resa dei conti con ebrei e comusiti)



Quando lottavo per raggiungere il potere, il popolo dei giudei era il primo a prendere solo con il riso le mie profezie che io un giorno in Germania avrei assunto la guida dello stato e di tutto il popolo e allora avrei trovato una soluzione, fra i tanti problemi, anche a quello degli ebrei. Credo che in Germania le sonore risate di allora si siano nel frattempo soffocate in gola al giudaismo.

Oggi voglio essere di nuovo il profeta: se il giudaismo della finanza internazionale, in Europa o altrove, riuscisse ancora una volta a gettare i popoli in una guerra mondiale, il risultato non sarà la bolscevizzazione della terra e la vittoria del giudaismo, ma l'annientamento della razza ebraica in Europa.

(A.Hillgruber, La distruzione dell’Europa. La Germania e l’epoca delle guerre mondiali (1914-1945), Bologna, Il Mulino, 1992, p. 382)

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