Approfondimenti

Le perplessità di Lohse
Nell’autunno del 1941, si verificò un singolare scambio di lettere tra i Commissario Lohse – suprema autorità civile nell’Ostland, cioè nei Paesi Baltici – e l’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich di Berlino. Verso la fine di ottobre, Lohse bloccò l’attività dell’Einsatzgruppe A, impedendo – soprattutto – l’esecuzione degli ebrei di Liepaja (Libau, in tedesco). Il comandante Stahlecker fece rapporto a Berlino, da dove partì una richiesta di precisazioni. Lohse avrebbe voluto limitare, sul territorio di sua competenza, l’autonomia della Polizia di sicurezza, comandata da Heydrich e Himmler. Inoltre, dalla sua risposta, emerge che Lohse non era ancora a conoscenza della decisione di procedere allo sterminio generalizzato. Inutile sottolineare che le perplessità di Lohse non erano di tipo etico, bensì di ordine politico e amministrativo.
I fogli 7 e 8
Riportiamo due fogli (7 e 8) del rapporto che, datato Kauen (Kaunas) 1 dicembre 1941, il comandante dell’Eisatzkommando 3 dell’Einsatzgruppe A Jäger inviò alle autorità superiori. Jäger offrì ai suoi capi un bilancio di vittime (137 346 soggetti eliminati) aggiornato al 1° dicembre 1941 e fornì diversi dettagli tecnici sulle modalità che erano state seguite durante le fucilazioni di massa. Il foglio 7, inoltre, si apre con alcune osservazioni conclusive di particolare interesse storiografico, in quanto mette in luce i contrasti sempre latenti tra SS e altri segmenti del sistema nazista (in questo caso il governatore Lohse).
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Lettonia, 15-17 dicembre 1941. Uccisione degli ebrei di Liepaja, sul litorale del Mar Baltico, a qualche chilometro dalla città.

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