I fogli 7 e 8

Riportiamo due fogli (7 e 8) del rapporto che, datato Kauen (Kaunas) 1 dicembre 1941, il comandante dell’Eisatzkommando 3 dell’Einsatzgruppe A Jäger inviò alle autorità superiori. Jäger offrì ai suoi capi un bilancio di vittime (137 346 soggetti eliminati) aggiornato al 1° dicembre 1941 e fornì diversi dettagli tecnici sulle modalità che erano state seguite durante le fucilazioni di massa. Il foglio 7, inoltre, si apre con alcune osservazioni conclusive di particolare interesse storiografico, in quanto mette in luce i contrasti sempre latenti tra SS e altri segmenti del sistema nazista (in questo caso il governatore Lohse).

Foglio 7

Posso oggi constatare che l’obbiettivo di risolvere il problema giudaico in Lituania è stato raggiunto dall’ EK 3. In Lituania non ci sono più ebrei, a parte i lavoratori ebrei con le loro famiglie.

Questi sono:

a Schaulen circa 4 500

a Kauen circa 15 000

a Vilna circa 15 000

Io avrei voluto eliminare ugualmente questi ebrei e le loro famiglie, cosa però che mi procurò violente dichiarazioni di ostilità da parte dell’amministrazione civile (il commissario del Reich) e della Wehrmacht e dette luogo al divieto: questi ebrei e le loro famiglie non devono essere fucilati! L’obiettivo di liberare la Lituania dagli ebrei poté essere raggiunto solo con la creazione di un commando mobile composto di uomini sperimentati sotto la guida dell’SS-Ostuf. Hamann, che fece completamente suoi i miei obbiettivi e seppe garantire la collaborazione dei partigiani lituani e dei competenti uffici civili.

L’esecuzione di tali azioni è soprattutto questione di organizzazione. La decisione di eliminare sistematicamente gli ebrei da ogni distretto richiese un’approfondita preparazione di ogni singola azione e un’indagine sulle situazioni esistenti nel distretto in questione. Gli ebrei dovevano venir riuniti in un solo luogo o in più luoghi. A seconda del numero doveva essere individuato e scavato il posto per le necessarie fosse. Il percorso da fare a piedi dal luogo di riunione fino alle fosse era in media di 4-5 km. Gli ebrei venivano trasportati al luogo dell’esecuzione in gruppi di 500, con un intervallo di almeno 2 km. Quali difficoltà e quale logorio per i nervi comportasse questo lavoro lo dimostra un esempio preso a caso:

A Rokiskis 3208 uomini dovettero essere trasportati per 4 chilometri e mezzo prima che potessero venir liquidati. Per poter venire a capo di questo lavoroin 24 ore, oltre 60 degli 80 partigiani [nazionalisti e anticomunisti, disposti a collaborare coi nazisti – n.d.r.] lituani disponibili dovettero essere assegnati al trasporto o


Foglio 8

agli sbarramenti. I rimanenti, che venivano sostituiti in continuazione, hanno compiuto il lavoro assieme ai miei uomini. Di rado sono stati disponibili degli autocarri. Tentativi di fuga, verificatisi di quando in quando, sono stati impediti esclusivamente dai miei uomini con grave rischio della vita. Per esempio, 3 uomini del commando di Mariampole hanno fucilato tutti insieme, in una strada nel bosco, 38 ebrei e funzionari comunisti evasi, senza che nessuno scampasse. Il percorso a piedi di andata e ritorno comportava, per le singole azioni, un totale di 160-200 km. Solo con un accorto utilizzo del tempo si è riusciti ad eseguire fino a 5 azioni per settimana, sbrigando tuttavia il lavoro che si accumulava a Kauen senza che il funzionamento del servizio subisse soste.

Quanto alle azioni a Kauen, dove c’era a disposizione un numero sufficiente di partigiani in certa misura addestrati, si può dire che si trattasse di operazioni da piazza d’armi, in confronto alle difficoltà spesso mostruose che dovevano essere superate fuori di lì.

Capi e uomini del mio commando di Kauen hanno partecipato tutti attivamente alle operazioni in grande stile di Kauen. Solo un funzionario del servizio investigativo è stato esonerato dal parteciparvi causa malattia. Considero le operazioni contro gli ebrei, per quanto riguarda l’EK 3, sostanzialmente concluse. Gli ebrei e le ebree idonei al lavoro vengono utilizzati intensamente  e mi immagino che dopo l’inverno tali forze-lavoro continueranno ad essere utilizzate il più intensamente possibile. Sono del parere che si inizi subito con la sterilizzazione dei lavoratori ebrei maschi per evitare ogni procreazione. Se tuttavia un’ebrea rimanesse incinta, va liquidata.

(E. Klee - W. Dressen, V. Riess, "Bei tempi". Lo sterminio degli ebrei raccontato da chi l'ha eseguito e da chi stava a guardare, Firenze, La Giuntina, 1990, pp. 46-47. Traduzione di P. Buscaglione Candela)

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