Il giudizio di Adolf Hitler sugli operai tedeschi e sul marxismo

Nella memoria di Hitler, le entusiasmanti giornate dell’agosto 1914 rimasero un esempio memorabile di concordia nazionale. Un popolo intero, finalmente, dimenticata ogni divergenza, affrontava la prova estrema della guerra mondiale. Le giornate d’agosto erano state una clamorosa sconfitta per i marxisti, che però avevano saputo riorganizzarsi e provocare infine la disfatta del novembre 1918.

Era assurdo, incomprensibile, confondere gli operai tedeschi col marxismo nei giorni dell'Agosto 1914. L'operaio tedesco si era, in tali ore, liberato dall'abbraccio di quella velenosa genìa, ché diversamente non avrebbe mai potuto intraprendere la guerra. Ma si era ancora abbastanza ingenui per credere che anche il marxismo fosse diventato nazionale; fatto questo che dimostra da solo come nessuno degli uomini di Stato si fosse data la pena di studiare l'essenza di quella dottrina; ché in caso contrario un simile errore non avrebbe potuto passare. Il marxismo, il cui ultimo scopo è e rimane la dissoluzione di tutti gli Stati nazionali non semiti [= non ebrei - n.d.r.], s'era dovuto accorgere con grande spavento come nel luglio del 1914 la massa operaia tedesca si fosse liberata dal suo incantesimo e si ponesse di ora in ora a disposizione della patria. In pochi giorni, tutti i vapori esalati da quell'infame truffa del popolo eran come soffiati via; e i dirigenti ebrei erano rimasti soli e abbandonati, come se non fosse rimasta neppure una traccia del morbo iniettato per 60 anni, nelle masse tedesche. Fu certo un brutto momento per gli ingannatori del proletariato tedesco. Ma non appena se ne accorsero, tentarono un altro imbroglio, e seguirono spudoratamente il movimento nazionale.

Era dunque giunto il momento di procedere contro questa banda di imbroglioni e di avvelenatori del popolo. Si sarebbe dovuto far loro un rapido processo, senza nessun riguardo verso possibili piani o proteste. Nell'Agosto del 1914 la frottola della solidarietà internazionale era scomparsa, come per un colpo di bacchetta magica, dai cervelli degli operai tedeschi; al suo posto, poche settimane dopo, le granate americane rovesciarono sugli elmetti delle colonne in marcia le benedizioni della fratellanza mondiale. Ora che l'operaio tedesco aveva ritrovato la strada verso il suo popolo, sarebbe stato preciso dovere di un governo responsabile di sradicare spietatamente gli avvelenatori dell'anima popolare. Mentre i migliori cadevano alla fronte [sic = al fronte - n.d.r.], si sarebbe dovuto, se non altro, distruggere in casa gli insetti immondi; invece, S.M. l'Imperatore stese la mano agli antichi delinquenti e permise così a siffatti astutissimi criminali di riprendersi, di ritrovare forze.

La vipera poté continuare la sua impresa, fatta più prudente di prima, ma più pericolosa. Mentre gli onesti sognavano la pace civile, gli spergiuri organizzavano la rivoluzione.

(A. Hitler, La mia vita , Milano, Bompiani,  1939, pp.183-184. Traduzione di B. Revel)

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