Il fascino delle liturgie di massa

Utilizzando come fonte il resoconto ufficiale steso dalla stampa del partito nazista, lo storico tedesco E. Nolte ricostruisce alcune fasi del Congresso tenutosi a Norimberga nel 1937. Le grande liturgie di massa naziste ebbero sempre come punto di riferimento la grandiosa esplosione di emozionalità nazionalista verificatasi spontaneamente nelle prime giornate di guerra (agosto 1914). I partecipanti dovevano sentirsi fusi in un unico corpo, guidato dal Führer verso la vittoria.

Il nono congresso nazionale del partito, chiamato Congresso nazionale del partito dedicato al lavoro, si svolse da lunedì 6 settembre a lunedì 13 settembre 1937 a Norimberga, sede abituale da dieci anni. Nel tardo pomeriggio del lunedì Adolf Hitler fa il suo ingresso a Norimberga e per prima cosa passa in rassegna le truppe della guardia del corpo, che lo ricevono con la baionetta in canna, in grande uniforme da parata e in atteggiamento solenne. Tra i suoni festosi di tutte le campagne della città Hitler, attraversando l’oceano di bandiere della città parata a festa, si reca al municipio continuando a salutare col braccio levato – in piedi su un’enorme autovettura scoperta – la gente che gremisce esultante i marciapiedi e che gli fa cenni di saluto da tutte le finestre. Attorniato dal suono delle fanfare entra nella sala grande del municipio sul cui muro di testa le bandiere con la croce uncinata attorniano il piccolo scrigno per le insegne del potere del Reich. Tutti i dirigenti del partito, dello Stato e delle forze armate lo attendono qui in uniforme. Il sindaco lo saluta esaltando i grandi progressi fatti nella preparazione del comprensorio in cui si svolge il congresso del partito, e anche Hitler nella sua risposta parla della realizzazione di questi piani giganteschi. Nel rapporto ufficiale si legge: << ...è come se una tempesta passasse nell’animo di tutti. Solo ora che c’è il Führer la città vive veramente>>. [...]

La manifestazione forse più imponente di questo congresso è l'adunata dei 110 000 dirigenti politici al Campo Zeppelin, venerdì sera. Le colonne di marcia dei 32 Gau (distretti) hanno svolto da ogni parte, con esattezza da stato maggiore, la marcia di avvicinamento, riunendosi puntualmente per far l'ingresso nel campo. Verso le otto giunge il Führer, e con atteggiamento solenne il dottor Ley annuncia i sopraggiunti. <<Ed ecco che tutt'intorno l'oscurità si trasforma improvvisamente in una marea bianca: i raggi di 150 colossali riflettori si proiettano come meteore nel cielo notturno coperte di nubi grigioscure. In alto le colonne di luce si riuniscono sulla coltre di nuvole formando una corona quadrata fiammeggiante. E' una visione travolgente: mosse da un vento lieve, le bandiere che dalle tribune recingono il campo si agitano lentamente nella luce abbagliante... La tribuna  principale sta al lato nord del campo: l'edificio grandioso emerge nella luce accecante, sormontato dalla croce uncinata che sprigiona raggi dorati, incorniciata da una corona di querce. Sui pilastri che a destra e a sinistra delimitano la tribuna ardono fiamme in grandi coppe... La folla attende  in un silenzio di tomba>>.

Il Führer si dirige alla tribuna principale tra il clangore delle fanfare; seguono poi le bandiere: sono 32.000. Echeggia possente nell'aria la canzone della bandiera degli uomini della Rocca dell'ordine di Vogelsang: <<Il Führer ha realizzato le aspettative di mille anni. Con bandiere e stendardi incediamo con giubilo nell'eternità>>.  Poi il Führer parla delle miserie degli anni precedenti all'ascesa al potere, e della felice epoca presente, dove un popolo fiducioso ha trovato il suo posto nel <<compatto fronte di lotta della nazione>>, che non abbandona mai l'uomo a se stesso, a cominciare dalle organizzazioni giovanili attraverso la Hitlerjugend (Gioventù hitleriana) , il servizio del lavoro, le forze armate fino al partito e alle sue organizzazioni. La vecchia guardia della rivoluzione nazionalsocialista ha realizzato questo miracolo di cui egli formula nel modo seguente il nucleo misterioso, in mezzo a interminabili manifestazioni di entusiasmo e di commozione: <<Il fatto che una volta abbiate trovato me e che mi abbiate creduto, questo fatto ha dato alla vostra vita un senso nuovo, le ha posto un compito nuovo. Il fatto che io abbia trovato voi ha finalmente reso possibile la mia vita e la mia lotta>>. Conclude con un evviva alla Germania, e da centomila bocche si sprigiona, <<come il suono di un organo>>, il Canto dei tedeschi. Poi il Führer, passando tra le ali della sua guardia del corpo, lascia la tribuna accompagnato da evviva; ma la corona formata dai raggi dei proiettori resta ancora a lungo <<come un duomo>> nel paesaggio della natura.

(E. Nolte, I tre volti del fascismo, Milano, Mondadori, 1978, pp. 535-539. Traduzione di F. Saba Sardi e G. Manzoni. Le frasi tra virgolette sono tratte dal resoconto ufficiale del congresso)

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