Razza e Impero

Il legame strettissimo esistente tra conquiste coloniali e politica razzista venne messo più volte in luce da Mussolini e dalla stampa fascista. Il Duce era convintissimo che gli imperi potevano durare nel tempo solo se i conquistatori avevano una fortissima consapevolezza della propria superiorità e se non si univano ai popoli dominati. La prevenzione della piaga del meticciato divenne un tema ricorrente e ossessivo, nei discorsi e nelle dichiarazioni di Mussolini. Il passo che riportiamo è tratto dal Libro del fascista e si presenta come una specie di catechismo razziale, finalizzato a spiegare con espressioni semplici la svolta razzista e antisemita operata dal fascismo dopo la conquista dell’impero.

Il popolo italiano è, per sua natura e in conseguenza della sua storia, un popolo colonizzatore. Per l’Italia, le colonie non sono semplicemente territori da sfruttare, ma da popolare e da civilizzare.

<<Altri popoli>> chiarì una nota della Informazione diplomatica del 5 agosto 1938/XVI <<mandano  nelle terre dei loro imperi pochi e sceltissimi funzionari; noi manderemo in Libia e in A. O. I. [Africa Orientale Italiana – n.d.r.] con l’andar del tempo e per assoluta necessità di vita, milioni di uomini>>.

La colonizzazione, come è intesa e praticata dagli Stati ricchi di capitali ma poveri di braccia e di energie lavorative, può paragonarsi a quel sistema di sfruttamento che, nel linguaggio minerario, è detto a rapina e consiste nel ricavare il più possibile col minimo impiego di mezzi, di strumenti e di uomini. Invece la colonizzazione fascista è basata soprattutto sull’impiego di eserciti di lavoratori.

Il contatto di una massa di popolazione italiana ariana con masse di razza diversa deve essere regolato da leggi precise e severe, per mantenere alto il prestigio italiano e per impedire miscugli di sangue.

Il meticcio, ossia il figlio di due individui dei quali uno di colore, è un essere moralmente e fisicamente inferiore, facile vittima di gravi malattie e inclinato ai vizi più riprovevoli. L’incrocio fra due razze è nocivo all’una e all’altra razza.

Col proibire ogni miscuglio di sangue fra Italiani e genti di colore, il Regime non soltanto tutela l’integrità fisica e il prestigio della nostra razza, ma al tempo stesso preserva dall’imbastardimento le razze che vivono sui territori a noi soggetti.

La storia della colonizzazione dimostra che, ovunque il meticciato non sia stato impedito, gli imperi della razza ariana sono caduti o decaduti, e le popolazioni indigene sono  discese a bassi livelli di civiltà e di forza.

Ripetiamo e ricordiamo sempre le parole del DUCE: gli imperi si conquistano con le armi, ma si tengono col prestigio.

Se la razza conquistatrice non sa conservare il proprio prestigio dinanzi alle popolazionioni indigene, perderà prima o poi l’impero.

La razza conquistatrice deve affermare in ogni momento e in ogni aspetto dell’esistenza pubblica e privata, nei rapporti con le altre razze, la propria superiorità.

Il prestigio di razza non si mantiene, se viene mischiato il sangue.

La superiorità della nostra razza è una realtà storica e attuale, tanto nell’ordine fisico quanto nell’ordine morale; una realtà tangibile e indiscutibile, che non contrasta con la certezza della origine unica e divina dell’umanità, ma dimostra l’esistenza di una gerarchia fra le razze determinatasi per un complesso di cause nel corso di migliaia di secoli.

Il Fascismo ha dettato le leggi necessarie a tenere alto il nostro prestigio e a impedire la mescolanza del nostro sangue nell’Impero; ma il rispetto di queste leggi deve essere imposto anzitutto, a ogni Italiano, dalla voce della coscienza.

La coscienza di appartenere a una razza che ha affermato la propria superiorità e ha assunto la missione di guidare la civiltà del mondo, ricorda all’Italiano i doveri verso questa razza e lo mantiene forte e vigile, contro ogni cedimento, in qualsiasi condizione e circostanza.

(P.N.F., Il primo e secondo libro del fascista, Roma, Anno XIX, pp. 143-145; il testo,  stampato a Verona, dalla Arnoldo Mondadori, è del 1941)

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