La propaganda di guerra
La mobilitazione dei media
In linea di massima, la propaganda fece più uso dell’immagine, che della parola, in un paese in cui il tasso di analfabetismo era ancora molto alto (17%, su scala nazionale), soprattutto al Sud e nelle isole (ove, nel 1931, un ventenne su tre era analfabeta).
Allusioni sessuali
Manifesti, vignette e cartoline postali ebbero un ruolo decisivo nella propaganda di regime. L’Etiopia veniva descritta, innanzi tutto, come una specie di paradiso sessuale, o meglio come un luogo in cui il maschio italiano avrebbe potuto facilmente appagare tutti i propri desideri erotici. Le donne africane furono spesso raffigurate a seno nudo, segno eloquente di una straordinaria disponibilità a concedersi al conquistatore.
E’ importante segnalare questo iniziale orientamento della propaganda fascista, non solo perché denota un razzismo ed un maschilismo formidabili (la donna etiope non è una persona: è sempre e solo un oggetto, una merce, una preda), ma soprattutto perché il regime, in un secondo momento, cambierà completamente la propria linea. Dal 1938, infatti, saranno vietati i matrimoni misti, mentre ogni forma di unione mista sarà rifiutata, screditata e disprezzata come contraria all’onore e alla purezza della razza italiana.