La nascita del GULag

La carestia degli anni 1932-1933
IMG_019.jpgNegli anni 1932-1933, una disastrosa carestia provocò in URSS almeno 5 milioni di morti. La tragedia investì soprattutto le regioni dell’Ucraina e del Caucaso settentrionale, i cui abitanti si erano opposti in modo particolarmente energico al processo di collettivizzazione.

Come al tempo del comunismo di guerra, il governo inviò nei villaggi squadre di attivisti, incaricati di sequestrare tutto il grano che riuscivano a trovare. Nel caso della carestia del 1932-1933, dunque, non siamo di fronte ad una semplice catastrofe naturale, ma al momento più violento e drammatico dello scontro in atto per il controllo delle campagne e dei raccolti. Al gesto disperato dei contadini (che uccidevano il bestiame e riducevano le semine) lo stato rispose con le confische e i provvedimenti punitivi, in un braccio di ferro che vide infine i contadini sconfitti e costretti a collaborare col regime.

Per piegare i contadini, il regime fece ricorso a strumenti di ogni tipo. Con la legge del 7 agosto 1932 (per la difesa della proprietà socialista) venne vietato di raccogliere nei campi qualche spiga, per rimediare qualcosa da mangiare: chiunque l’avesse fatto, sarebbe stato punito con il campo di concentramento. Inoltre, per impedire che dalle campagne affamate i contadini si riversassero nelle città o si spostassero in altre regioni meno colpite dalla carestia, nel dicembre del 1932 venne introdotto un sistema di passaporti interni, che vincolava qualsiasi spostamento al permesso delle autorità, esattamente come nel caso di un trasferimento all’estero.

 

Lo sviluppo del sistema concentrazionario

Il durissimo scontro sociale in atto nelle campagne, all’inizio degli anni Trenta, fece aumentare in modo esponenziale il numero dei detenuti, e quindi dei campi. Nel 1930, per gestire una struttura che si faceva sempre più ramificata e complessa, fu creato un nuovo apposito ente, la Direzione Centrale dei lager (Glavnoe Upravlenie Lagerej, abbreviato in GULag).

Inoltre, in concomitanza con la svolta impressa da Stalin all’economia sovietica, si decise di impiegare la manodopera dei campi per fini produttivi. Fin dal 1923, i detenuti avevano sempre lavorato all’interno dei lager. In epoca staliniana, però, il lavoro schiavo dei detenuti ebbe un ruolo determinante nel formidabile processo di crescita economica che si verificò in URSS, nel corso degli anni Trenta.

Il loro impiego divenne sistematico, metodico e, al limite, spietato, in quanto i risultati da conseguire contavano molto di più della vita e della dignità umana di coloro che dovevano contribuire a raggiungerli, con i loro sforzi e la loro fatica.

 

Approfondimenti

Azioni sul documento