Il GULag durante la guerra
La seconda guerra mondiale
Negli anni di guerra, però, la popolazione presente nel sistema concentrazionario sovietico subì un significativo doppio mutamento: aumentò la percentuale di prigionieri per motivi politici (28,7% nel 1941; 41,2% nel 1945) e la quota delle donne in stato di detenzione: dal 7,6% (110.835 prigioniere) nel 1941 al 24% (168 634).
Lavoro e condizioni di vita
Durante la guerra, i detenuti furono utilizzati per costruire impianti industriali e aeroporti, oppure per migliorare e potenziare la rete ferroviaria e il sistema stradale sovietico. Soprattutto, però, un numero elevatissimo di prigionieri fu impiegato in fabbriche di bombe e munizioni. Si può affermare che il 10-15% del totale dei proiettili prodotti per l’Armata Rossa sia uscita da impianti in cui lavorava manodopera forzata. Gli anni 1941-1945 furono durissimi per quel che riguarda la situazione alimentare dei detenuti, molti dei quali soffrirono la fame.
Per quanto le direttive provenienti da Mosca, in questo caso, esortassero i comandanti dei campi a prestare molta attenzione alle condizioni fisiche dei detenuti (di cui si riconosceva l’importanza produttiva, nell’ambito dello sforzo bellico), la situazione oggettiva era drammatica: in linea di massima, l’apporto calorico che era possibile fornire ai prigionieri era del 30% inferiore, rispetto a quello prebellico. Ciò provocò un costante aumento del tasso di mortalità, che nei campi passò dal 3,2% (rispetto alla popolazione concentrazionaria media annuale) del gennaio/luglio 1941 al 25,2% del gennaio/luglio 1944.
(Fonte dei dati: M. Craveri, Resistenza nel Gulag. Un capitolo inedito della destalinizzazione in Unione Sovietica, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003)