Decreto del Presidente del Reich per la difesa del Popolo e dello Stato, 28 febbraio 1933

I nazisti difesero sempre il loro operato affermando che lo Stato e il popolo tedeschi erano minacciati da una pericolosa aggressione messa in atto dagli ebrei e dai comunisti. Quindi, le normali libertà previste dalla Costituzione dovevano essere sospese a tempo indeterminato.

In base all’art. 48 comma 2 della Costituzione del Reich vengono emanate le seguenti disposizioni per impedire atti di violenza comunisti diretti a mettere in pericolo lo stato:

par. 1. Gli articoli 114, 115, 117, 118, 123, 124 e 153 della Costituzione del Reich tedesco vengono abrogati sino a nuovo ordine. Vengono consentite quindi restrizioni della libertà personale, del diritto di esprimere liberamente la propria opinione, inclusa la libertà di stampa, il diritto di riunione e di associazione, violazioni del segreto postale, epistolare, telegrafico e telefonico, mandati di perquisizione e di sequestro e limitazioni alla proprietà anche al di là dei limiti predisposti da altre leggi vigenti. [...]

par. 6 Questo decreto entra in vigore il giorno della sua emissione...

(W. Hofer, Il Nazionalsocialismo. Documenti 1933-1945, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 45-46)

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