La disciplina militare come modello del Lager
Si cerca di domare gli uomini come si domano le bestie. Le reclute narcotizzate, confuse, lusingate, comprate, oppresse, imprigionate, trascinate e bastonate; così si mescola e si impasta, granellino per granellino, il cemento per la poderosa costruzione dell’esercito; così si lega pietra a pietra per la costruzione del baluardo contro la sovversione...
A produrre la necessaria docilità e arrendevolezza della volontà serve l’osservanza scrupolosa del regolamento, la disciplina da caserma, la santificazione della divisa dell’ufficiale e del sottufficiale, che in molti settori appare veramente come legibus soluta [= dotata di potere assoluto e arbitrario, perché non tenuta al rispetto delle leggi – n.d.r.] e sacrosanta, in breve la disciplina e il controllo che stringono in una morsa di ferro il soldato in tutto ciò che fa e che pensa, dentro e fuori il servizio. E a questo punto il singolo viene così indelicatamente piegato, tirato e storto in tutte le direzioni che anche la spina dorsale più solida corre il pericolo di rompersi, e o si piega o si spezza.
(L.Canfora, La democrazia. Storia di un’ideologia, Bari, Laterza, 2006, p. 162)