La lotta contro gli asociali in vista dell'economia di guerra

L'attacco contro i vagabondi senza fissa dimora, restii ad assumere un'occupazione stabile, toccò il proprio vertice a partire dal 1937-1938, allorché iniziò il grande sforzo produttivo finalizzato al riarmo della Germania, che generò piena occupazione e persino penuria di manodopera rispetto alla domanda delle industrie. A quel punto, l'esistenza stessa di renitenti al lavoro sembrava intollerabile, al punto da sfiorare il reato di sabotaggio. Si prenda, a titolo esemplificativo, il seguente discorso, pronunciato nel gennaio 1939 dal colonnello delle SS Greifelt, dello stato maggiore personale di Himmler.

Nella condizione di tensione del mercato del lavoro, [negli anni 1937-38 - n.d.r.] era un imperativo imposto necessariamente dalla disciplina del lavoro costringere con la forza a lavorare tutte quelle persone che non volevano adattarsi all'opera che vede impegnata la nazione, persone che nel tipico atteggiamento asociale dei renitenti al lavoro si trascinavano di qua e di là, rendendo insicure le grandi città e le strade.

Su sollecitazione dell'Ufficio del piano quadriennale e per iniziativa della polizia segreta di stato, si è intervenuti in questo settore con estrema energia. Sono stati sorpresi e fermati dalla polizia criminale vagabondi, mendicanti, zingari, ruffiani e infine molti di quegli individui che per malanimo rifiutano l'assistenza pubblica. Più di 10.000 di questi asociali stanno ora subendo un trattamento di educazione al lavoro, in campi di concentramento straordinariamente adatti allo scopo.

(D.Peukert, Storia sociale del Terzo Reich , Firenze, Sansoni, 1989, p. 221. Traduzione di F. Bassani)

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