La mortalità di Mauthausen

Un lager durissimo
Mauthausen. La scala che collega il lager alla cava, oggiPer tutti i prigionieri, Mauthausen fu un luogo particolarmente duro. Nel 1941, per esempio, morirono 7.058 detenuti, dei 15.900 deportati che si trovavano rinchiusi nel campo principale e nel sottocampo di Gusen. Si tratta di una percentuale pari al 58 per cento: un dato altissimo, che contrasta con il tasso di mortalità del 36 per cento registrato a Dachau, con 2.700 decessi tra i 7.500 deportati; del 19 per cento a Buchenwald (con 1 522 morti su 7.730 deportati) e il 16 per cento di Sachsenhausen, dove 1.816 deportati su un totale di 11.111 morirono quello stesso anno.

Altri dati sono ugualmente impressionanti: nel 1942, a Mauthausen morirono 14.293 detenuti; tra il gennaio e l’aprile del 1943 ne morirono altri 5.147; solo nel 1942, vennero inviati a Berlino cinquantadue chili di oro odontoiatrico tolto ai prigionieri deceduti.

Un tasso di mortalità così elevato esigeva per forza che venisse risolto in modo particolarmente efficace il problema dello smaltimento dei cadaveri. Per circa due anni, a partire dal 5 settembre 1938, vennero utilizzati gli strumenti di cremazione funzionanti nella vicina città di Steyr. Il 5 maggio 1940, invece, fu pronto il primo dei tre forni che la direzione del campo aveva commissionato alla ditta Topf & Sohne di Erfurt, la stessa azienda che avrebbe prodotto anche i grandi complessi crematori di Auschwitz. A Steyr vennero inceneriti i corpi di 1 863 prigionieri; gli impianti di Mauthausen, invece, cremarono almeno 9.441 cadaveri solo tra il 1940 e il 1942. Anche il campo di Gusen era dotato di forni, che tra il 29 gennaio 1941 e il 2 maggio 1945 eliminarono almeno 30.000 cadaveri

Lager satelliti

Nel marzo 1943, i due campi di Mauthausen e Gusen ospitavano, insieme, circa 14.800 deportati; in dicembre, il numero dei prigionieri salì a quota 26.000 circa. Infine, nel marzo 1945, i due campi più importanti rinchiudevano circa 45.000 individui, mentre altri 40.000 circa si trovavano nei numerosi sottocampi dipendenti dal lager principale.
In questi sottocampi, i detenuti lavoravano soprattutto in complessi industriali finalizzati alla produzione di armi: nei tunnel sotterranei di Zipf, ad esempio, venne prodotto il carburante per i nuovi missili con cui Hitler, nel 1944, sperava ancora di vincere la guerra e furono collaudati molti motori delle V1 e delle V2. Analogamente, vennero impiegati in impianti sotterranei destinati alla produzione di cuscinetti a sfera i prigionieri richiusi nel lager di Melk, una città ubicata a circa 77 chilometri da Mauthausen, famosa per la presenza di una maestosa abbazia benedettina. Alla fine di gennaio del 1945, il campo di Melk ospitava più di diecimila prigionieri, che morivano a ritmi elevatissimi, a causa delle percosse e delle durissime condizioni di lavoro.

Infine occorre ricordare che, tra il maggio 1944 e il gennaio 1945, raggiunsero Mauthausen diverse migliaia di deportati ebrei, sicché si può stimare che, su una cifra globale di 119.000 individui deceduti a Mauthausen (e nei campi dipendenti dal lager principale), circa 39.000 furono ebrei

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