Il posto di Mauthausen nel sistema

I detenuti di Mauthausen
Mauthausen. Il campoI primi deportati arrivarono a Mauthausen l’8 agosto 1938. Si trattava di trecento prigionieri provenienti da Dachau, in maggioranza criminali comuni austriaci e tedeschi. Per tutto l’anno seguente, i prigionieri continuarono ad affluire regolarmente al nuovo lager, che il 29 settembre 1939 contava circa tremila detenuti. Questi coprivano l’intero ventaglio degli internati nei lager nazisti: politici, asociali (zingari compresi), criminali comuni, omosessuali, Testimoni di Geova.

Con la guerra, la popolazione di Mauthausen raggiunse numeri elevatissimi e variò ulteriormente la propria composizione. Il 9 marzo 1940 giunse il primo convoglio di polacchi, che toccarono la quota di ottomila alla fine dell’anno; la vittoria sulla Francia provocò invece (a cominciare dall’8 agosto 1940) l’arrivo di un elevato numero di spagnoli (7.800 in tutto), che negli anni 1936-1939 avevano partecipato alla guerra civile militando dalla parte della Repubblica e infine, dopo la vittoria di Franco, avevano varcato il confine francese.

Ebrei a Mauthausen

Mauthausen fu coinvolta solo marginalmente nella Shoah, che si svolse soprattutto in Polonia, nei centri di Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka e Auschwitz. Comunque, anche nel lager austriaco, durante il periodo bellico arrivarono numerosi deportati ebrei. Il primo, un viennese arrestato in quanto omosessuale, fu condotto a Mauthausen nel settembre 1939 e morì nel marzo 1940. Nel corso di questo stesso anno, arrivarono altri novanta ebrei, la maggioranza dei quali morì dopo pochi mesi.

Tra il 1941 e il 1943, furono deportati a Mauthausen altri  2.600 ebrei (1 350 dei quali solo dall’Olanda): quelli che non morirono in breve tempo furono poi trasferiti ad Auschwitz. La sorte più dura spettò a 348 ebrei olandesi. Furono arrestati ad Amsterdam nel febbraio 1941, nell’ambito di una rappresaglia contro uno sciopero generale verificatosi nella capitale olandese. Portati in un primo tempo a Buchenwald, vennero infine trasferiti a Mauthausen e arrivarono il 17 giugno; il giorno seguente, circa cinquanta di essi vennero obbligati a subire una doccia e infine, ancora bagnati, furono spinti contro il filo elettrificato. La maggioranza degli altri morì nella cava, nell’arco di tre settimane, dopo aver subito le violenze più sadiche e più selvagge sulla scala di 186 gradini che portava dalla cava al campo, oppure suicidandosi, buttandosi giù dal dirupo della cava stessa.

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