Gli Swingkids di Amburgo

Nel febbraio 1940, la polizia di Amburgo stese un dettagliato rapporto sul fenomeno degli Swingkids, giovani di estrazione borghese che ascoltavano musica americana (per lo più suonata, negli Stati Uniti, da musicisti neri o ebrei, come Benny Goodman), fumavano e si lanciavano in danze che, per i costumi dell’epoca, erano a dir poco licenziose e immorali. Di lì a poco, i locali sarebbero stati chiusi e i giovani arrestati.

É stata eseguita soltanto musica inglese e americana. Si ballava e ci si agitava solo ai ritmi dello swing. All'ingresso della sala c'era un cartello sul quale la scritta "Lo swing è proibito!" era stata trasformata nell'altra "Volete lo swing?". I presenti accompagnavano le danze e i pezzi musicali cantando tutti insieme i testi in inglese; inoltre nel corso dell'intera serata tutti cercavano di parlare quasi solo in inglese, ad alcuni tavoli si cercava di parlare addirittura in francese.

La vista dei giovani che danzavano era orribile. Nessuna coppia ballava in modo normale, era tutto un dimenarsi in maniera disgustosa. Coppie di giovani ballavano con una ragazza, oppure più coppie formavano un cerchio e, tenendosi stretti, saltellavano girando intorno, battendo le mani; si dimenavano schiena contro schiena, poi si piegavano in avanti, col busto abbandonato penzoloni, i lunghi capelli scarmigliati sul viso e fin sulle ginocchia, continuando ad agitarsi e a ciondolare sulle gambe. Quando l'orchestra ha attaccato una rumba, i giovani si sono messi a ballare come invasati. Era tutto un saltare selvaggiamente da una parte e dall'altra, tutti cantavano come potevano il ritornello in inglese. L'orchestra suonava musiche sempre più selvagge. Nessuno degli orchestrali stava più seduto, tutti si dimenavano selvaggiamente sul podio. Si vedevano giovanotti ballare insieme, spesso con due sigarette in bocca, una a ciascun angolo...

(D. PEUKERT, Storia sociale del Terzo Reich , Firenze, Sansoni, 1989, p. 167. Traduzione di F. Bassani)

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