La guerriglia partigiana nella regione di Tambov

Nel 1936, A. Okninskij pubblicò a Riga un resoconto intitolato Due anni tra i contadini. Cose viste, udite e vissute nella provincia di Tambov dal novembre 1918 al novembre 1920. Oltre agli usi e alle abitudini dei contadini, l’autore ha osservato e descritto anche la tecnica di conduzione della lotta partigiana, al tempo del comunismo di guerra. Lo stretto legame esistente tra combattenti e popolazione civile spiega il sistematico ricorso al lager, nel 1921, da parte dell’Armata Rossa, secondo modalità che richiamano il sistema applicato dagli inglesi in Sud Africa all’inizio del secolo.

Dopo che nell’estate 1919 i distretti della provincia di Tambov furono visitati dai reparti punitivi, i verdi [= i ribelli contadini, che lottavano contro i rossi, ma erano comunque ben distinti dai controrivoluzionari bianchin.d.r.] costituiti da disertori dell’esercito smisero di nascondersi nei loro villaggi, come facevano prima, e cominciarono a scambiarsi la residenza e il lavoro con parenti e amici di altri circondari, andando a lavorare per conto di quelli nelle nuove sedi (mentre i parenti e gli amici, a loro volta, venivano a lavorare nei loro villaggi).

I verdi che non erano disertori, ma contadini i quali avevano subito gravi offese dai bolscevichi o si mostravano scontenti del regime sovietico, continuavano ad abitare nei loro villaggi, e solo prima di compiere atti terroristici contro i bolscevichi si riunivano in posti convenuti. A tali azioni partecipavano sempre contadini di altri circondari rurali, i quali erano sconosciuti nei luoghi dove regolavano i conti con i bolscevichi; subito dopo la vendetta, essi se ne tornavano a casa alle loro consuete occupazioni.

E.Cinnella, La tragedia della rivoluzione russa (1917-1921), Milano, RCS [su licenza della Luni Editrice, Milano-Trento], 2004, p. 614

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