La relazione Proctor

Weyler si proponeva di troncare ogni rapporto tra popolazione cubana e guerriglieri, al fine di garantire all’esercito spagnolo il pieno controllo del territorio. Il risultato dell’intera operazione fu l’internamento di migliaia di persone (forse 400.000) in strutture che a noi sono molto familiari, ma che per l’epoca erano un’assoluta novità. Si noti la presenza combinata di due invenzioni moderne come il filo spinato e la ferrovia. È possibile che il brutale sistema creato da Weyler abbia prodotto circa 100.000 vittime (1 su 4 di tutti i reconcentrados), soprattutto fra i bambini.

La relazione più dettagliata su questa tragica vicenda fu stesa dal senatore statunitense Redfield Proctor e letta in Senato il 17 marzo 1898.

Non si tratta né di pace, né di guerra, ma di desolazione e dolore, miseria e fame. Ogni città e villaggio è circondato da una sorta di fossato, una trocha (trincea), ma realizzata seguendo uno schema per me nuovo: i detriti vengono gettati all’interno e le recinzioni di filo spinato si trovano all’esterno della trincea. Queste trochas sono provviste a ciascun angolo e a brevi intervalli lungo ciascun lato di strutture che vengono chiamate "fortini", ma che in realtà sono piccole torrette di guardia. [...] L’obiettivo delle trochas è di far restare i reconcentrados all’interno e di impedire ai ribelli di penetrarvi. Le persone provenienti da tutte le campagne limitrofe sono state portate dentro queste cittadelle fortificate e tenute lì, costrette a sopravvivere come possono. Sono molto simili alle prigioni e il loro aspetto non differisce molto da esse, eccetto che le mura non sono tanto alte e tanto spesse, ma sono adeguate per tenere prigionieri i poveri, donne e bambini reconcentrados, visto che ogni punto può essere preso di mira dal fucile di un soldato.

Tutte le stazioni ferroviarie si trovano all’interno di queste trochas e sono presidiate da una sentinella armata. Ogni treno è provvisto di un carro merci blindato con feritoie per i moschetti e pieno di soldati. [...] Ogni uomo, donna, bambino e ogni animale domestico, ovunque si dirigano disposti in file, sono sotto il tiro delle sentinelle e restano all’interno delle fortificazioni. [...] Non vi è che concentramento e desolazione.


A. Becker, “La genesi dei campi di concentramento: da Cuba alla Grande Guerra”, in M. Cattaruzza-M. Flores-S. Levis Sullam-E. Traverso (a cura di), Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo. Volume 1. La crisi dell’Europa: le origini e il contesto, Torino, UTET, 2005, p. 178.

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