La lotta contro la guerriglia boera in Sud Africa

Nel loro sforzo di schiacciare la guerriglia dei boeri, a partire dal 1901 l’esercito inglese fece ricorso ai sistemi più spietati. Ad esempio, ai negozianti fu vietato di vendere cibo e prodotti alimentari alle famiglie di coloro che si erano uniti all’esercito boero clandestino; oppure, si procedeva alla distruzione di case e di fattorie. Infine, si decise di deportare il maggior numero possibile di civili in appositi concentration camps. Il brano seguente è tratto dalla testimonianza stesa nel 1902-1903 da Mrs. Reeler, moglie di un giudice boero che si era unito ai commandos, cioè alle forze di resistenza.

Appena i soldati britannici entrarono in città notificarono a tutti i commercianti che di tutti i generi alimentari neppure una briciola doveva essere venduta alle mogli di coloro che prestavano servizio nei commandos. La cosa mi sconvolse, e in un primo momento non volli crederci; finché non ricevetti il rifiuto da parte di tutti i negozi della città non mi resi conto fino a che punto arrivasse il senso di umanità britannico.

Allora chiesi l’elemosina di un po’ di semplice mais, pensando di macinarlo nel mio macinino da caffè; ma mi fu risposto che l’ordine di non vendere niente di commestibile doveva essere rispettato. Se non fosse stato per la bontà delle mie amiche, posso dirlo, più coraggiose di tutti gli uomini del paese, non so cosa ne sarebbe stato di me e di coloro che da me dipendevano. Tutti gli uomini erano terrorizzati che venisse confiscata la loro merce, come era stato minacciato, ma queste donne coraggiose, Mrs. De Kock, Mrs. Moll, Mrs. Francis, Mrs. Ross e numerose altre sfidarono le autorità mandandomi del cibo o dividendo quello che avevano con me. Sono loro riconoscente e nello stesso tempo orgogliosa di loro.

In qualche modo mio marito venne a sapere di ciò che stava accadendo e consultò il Field Cornet Pretorius il quale ritenne opportuno che il signor Reeler si arrendesse per essere di aiuto alle donne e ai bambini. Sperava, in quanto giudice, di poter esercitare la sua influenza sulle autorità britanniche e spendere una parola a favore di tutti... Gli Inglesi si erano spinti al punto di vietare alla gente di far uso dei prodotti delle loro semine, come le patate, e portarono via dalle case sacchi su sacchi di mais e altri generi alimentari. [...] Un giorno ho visto distruggere la casa di due persone anziane di oltre 70 anni a causa di voci malevole secondo le quali un loro figlio sposato aveva sotterrato munizioni sotto un capanno in vicinanza della loro abitazione.

Poi arrivò come un fulmine a ciel sereno la parola "Evacuazione". Mi fa ancora uscire di senno il solo pensarci.


B. Bianchi, Deportazione e memorie femminili (1899-1953), Milano, Unicopli, 2002, pp. 67-68.

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