Il monastero delle Solovki

Il movimento degli eremiti nella Russia del XIV e del XV secolo
Isole Khizi (Lago Onega, Carelia, Russia settentrionale). Icona del XVIII secolo raffigurante i santi Zosima e Savvatij, fondatori del monastero delle isole Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, la Russia registrò un importante movimento di risveglio religioso, basato sull’idea che il mondo era immerso nel male. L’unico modo per salvarsi pareva la fuga dal mondo, secondo i principi del più austero monachesimo delle origini. Molti individui, da soli o in gruppo, fuggirono verso il deserto: un’espressione che, in Russia, indicava qualsiasi terra in cui "non entrasse alcuna strada umana". In pratica, la fuga dal mondo si concentrò soprattutto in direzione delle vaste distese boscose che ricoprivano le regioni del corso superiore del Volga e le coste del Baltico.

La vita in questa nordica Tebaide era durissima. Il freddo intenso, gli animali selvatici (lupi e orsi, ad esempio), la fame e talvolta persino i cacciatori e i predoni uccisero numerosi eremiti. Pertanto, in parallelo al fenomeno dell’eremitismo, si diffuse l’uso di dar vita, nell’estremo Nord, anche a piccole comunità di monaci, che pregavano insieme e si aiutavano nelle infinite difficoltà che la natura selvaggia del luogo poneva loro.
Le origini del monastero

Le origini del monastero delle isole Solovki si inseriscono in questo contesto. Si racconta che il primo monaco, Savvatij, giunse sull’arcipelago nel 1435. Più tardi, Savvatij fu raggiunto da altri eremiti, tra cui ricordiamo Zosima, intorno al quale si formò la prima vera comunità; a lui si deve anche la fondazione della cattedrale della Trasfigurazione (edificio che poi sarebbe stato adibito a struttura di quarantena, quando il monastero venne trasformato in lager).

Nel XVI secolo, il monastero subì un grandioso processo di ampliamento: venne costruito l’imponente complesso architettonico centrale (la chiesa in pietra della Dormizione di Maria, dotato di un ampio refettorio), mentre la cattedrale della Trasfigurazione (completata nel 1558) divenne la chiesa più alta di tutta la Russia del tempo.

Il XX secolo

Nel Seicento, sulle Solovki sorgeva una specie di piccolo Stato. L’abate dirigeva una serie di fiorenti attività economiche legate al monastero, mentre il suo prestigio spirituale era riconosciuto in tutta la Russia. Dal 1668 al 1676, l’abate osò addirittura sfidare lo zar, che aveva sostenuto l’introduzione di alcune riforme religiose, giudicate eretiche da un movimento di tradizionalisti chiamati Vecchi credenti.

All’inizio del Novecento, i monaci delle Solovki gestivano numerose e fiorenti attività economiche. Oltre ad essere meta di moltissimi pellegrini (per ospitare i quali fu necessario costruire un’apposita foresteria, più tardi trasformata nella Direzione del lager), il monastero possedeva una propria flotta ed una stazione radio.

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