La soluzione finale ad Auschwitz

Problemi di datazione
Auschwitz, 2006. La cosiddetta Judenrampe, la banchina ferroviaria sulla quale sbarcarono gli ebrei deportati ad Auschwitz, dalla primavera 1942 fino al maggio 1944.Dopo la guerra, il comandante Rudolf Höss fu arrestato l’11 marzo 1946, nello Schleswig-Holstein, dalla polizia militare britannica. Inviato in Polonia per essere processato, Höss venne condannato a morte il 2 aprile 1947; la sentenza fu eseguita il 16 aprile, mediante impiccagione, all’interno del campo che Höss aveva comandato. Tra il settembre 1946 e il gennaio 1947, l’ex ufficiale delle SS scrisse nel carcere di Cracovia un lungo resoconto, in cui narrò la sua biografia e descrisse la storia di Auschwitz in tutti i suoi principali aspetti.

In linea di massima, il racconto di Höss è affidabile. Purtroppo, però, in certi passaggi decisivi il quadro cronologico è confuso, sicché gli storici non sono concordi sulla dinamica di svolgimento di alcuni importanti eventi verificatisi ad Auschwitz. Il problema più serio riguarda una convocazione del comandante a Berlino, da parte di Himmler, che in quell’occasione avrebbe comunicato a Höss di aver scelto Auschwitz come sede della soluzione finale. Höss colloca quell’incontro nell’estate del 1941; secondo molti studiosi, però, l’ufficiale si sbaglia e anticipa di un anno una riunione che avrebbe avuto luogo, invece, nel 1942.

Himmler in effetti, secondo il resoconto di Höss, avrebbe accennato ai “centri di sterminio attualmente esistenti a Oriente” e detto che “non sono assolutamente in condizione di far fronte alle grandiose azioni previste”. In realtà, il centro di Chelmno/Kulmhof iniziò a funzionare solo nel dicembre 1941, quello di Belzec verso la metà di marzo del 1942. Dunque, di sicuro, Höss ricorda male qualcosa: o la data dell’incontro con Himmler, o il riferimento ai centri di sterminio dell’Est. L’ipotesi più probabile è la prima: in questo caso, il colloquio di Höss con Himmler dovrebbe essere posticipato di vari mesi.
I Bunker e la selezione

Se limitiamo la nostra analisi a dati più certi, possiamo ricordare, innanzi tutto, che il 15 febbraio 1942 arrivò dall’Alta Slesia il primo convoglio di ebrei destinati allo sterminio. Furono uccisi nel Crematorio I (ad Auschwitz I ). Qualche mese più tardi (secondo alcuni il 20 marzo 1942; a fine maggio, secondo Jean-Claude Pressac) venne trasformata in camera a gas una piccola casa colonica nei pressi di Birkenau. Fu denominata casetta rossa o Bunker 1 e poteva uccidere con il Zyclon B 300-400 persone alla volta.

Alla fine di giugno del 1942, fu trasformata in camera a gas una seconda piccola casa colonica nei pressi di Birkenau; in questa seconda struttura improvvisata, chiamata casetta bianca o Bunker 2, potevano essere uccise 400-500 persone alla volta.

Il Bunker 1 e il Bunker 2 non erano dotati di crematorio: usavano fosse comuni, appositamente aperte nei dintorni. Inoltre, all’arrivo degli ebrei, tutti coloro che scendevano dal treno erano immediatamente uccisi, senza distinzioni. In questa prima fase, dunque, la procedura omicida di Auschwitz è praticamente identica a quella messa in atto nei medesimi mesi a Belzec e Sobibor. Solo il 4 luglio 1942 venne introdotta un’importante novità: un convoglio di ebrei slovacchi, infatti, subì la prima selezione sulla Judenrampe, la nuova rampa ferroviaria costruita appositamente, a poca distanza dalla stazione principale di Auschwitz. Gli ebrei abili al lavoro furono destinati ai lager (soprattutto a Birkenau e a Monowitz), mentre i deboli, i bambini, i vecchi e i malati furono condotti alle case coloniche adattate a camere a gas.

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